La ricerca di Save the Children: in Campania 2 bambini su 5 vivono in povertà relativa
Ott 21, 2019 - Daniela Dalli
Secondo una ricerca svolta da Save the Children, negli ultimi dieci anni il numero dei minori che vivono in povertà assoluta, senza dunque avere i beni indispensabili per condurre una vita accettabile, è triplicato, passando dal 3,7% del 2008 al 12.5% del 2018, arrivando a oltre 1,2 milioni. In Campania il 37,5% dei bambini vive in condizioni di povertà relativa, un dato ben al di sopra della media nazionale che si attesta al 22%. Sono dunque quasi 2 bambini su 5 a vivere in tali condizioni.
Un record negativo che ha visto un netto peggioramento in quelli che sono stati gli anni più duri della crisi economica, tra il 2011 e il 2014, in cui il tasso di minori in condizioni di povertà è passato dal 5 al 10%, trasformando un fenomeno circoscritto in una vera e propria emergenza.
Negli ultimi 10 anni la Campania ha incrementato di 16 euro la spesa media annua pro capite, arrivando così a 62 euro e posizionandosi al penultimo posto nella classifica delle regioni italiane per interventi rivolti a famiglie e minori. In Campania, inoltre, solo il 3,6% dei bambini ha accesso ai servizi per la prima infanzia, con una spesa media pro capite da parte dei comuni pari a 219 euro.
Questi sono solo alcuni tra i dati messi in luce dal X Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children. La pubblicazione “Il tempo dei bambini” fa il bilancio della condizione dei bambini e adolescenti in Italia negli ultimi dieci anni e viene presentato quest’anno contemporaneamente in dieci città italiane in occasione della nuova edizione della campagna “Illuminiamo il futuro”.
Questa campagna ha lo scopo di recuperare gli spazi abbandonati, da restituire subito all’infanzia e scuole sicure per tutti, per dare educazione, opportunità e speranza ai bambini che vivono in povertà in Italia. Nel 2008 i minori in questa condizione erano circa 375mila, oggi sono 1,26 milioni (563mila nel mezzogiorno, 508mila a nord e 192mila al Centro).
Per quanto concerne la “povertà relativa”, in Emilia Romagna e Liguria poco più di un bambino su 10 vive in famiglie con un livello di spesa molto inferiore rispetto alla media nazionale. Ma questa condizione peggiora in regioni del Mezzogiorno come la Campania (37,5%) e la Calabria (43%). Una povertà che si manifesta nella mancanza di beni essenziali, lo stretto indispensabile per una vita dignitosa come un’alimentazione e un’abitazione adeguata.
Sono circa 500.000 i bambini e ragazzi sotto il 15 anni che crescono in famiglie dove non si consumano regolarmente pasti proteici e 280.000 sono costretti ad un’alimentazione povera sia di proteine che di verdure. Nel 2018, 453.000 bambini di età inferiore ai 15 anni hanno beneficiato di pacchi alimentari.
“Nell’ultimo decennio insieme alle diseguaglianze intergenerazionali, si sono acuite le diseguaglianze geografiche, sociali, economiche, tra bambini del Sud, del Centro e del Nord, tra bambini delle aree centrali e delle periferie, tra italiani e stranieri, tra figli delle scuole bene e delle classi ghetto. Si sono divaricate le possibilità di accesso al futuro”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.