Ha scatenato più di una polemica il post di un medico, Silvio Viale, che aveva ‘augurato’ la morte a un neonato affetto da Ittiosi di Arlecchino. Il piccolo, non riconosciuto dai genitori, era stato abbandonato all’ Ospedale Sant’Anna di Torino. Subito per lui è partita una gara di solidarietà per adottarlo ma il post del ginecologo su Facebook non è passato inosservato e ha portato ad un procedimento contro il medico.
“All’Ospedale Sant’Anna di Torino la riservatezza è stata mantenuta per mesi, ma ora, che la notizia è di pubblico dominio, una riflessione è necessaria. Comprendo perfettamente la scelta dei genitori di non riconoscere il neonato. Per capire cosa sia la Ittiosi Arlecchino, la variante peggiore della Ittiosi Autosomica Congenita, bisogna avere il coraggio di guardare le foto reperibili su qualsiasi motore di ricerca. C’è da sperare davvero che non sopravviva, mentre è necessario garantire una assistenza adeguata per il periodo che dovesse sfuggire alla morte”.
Parole inaccettabili per il consigliere regionale Maurizio Marrone (FdI) che aveva annunciato un’interrogazione in Consiglio regionale:
“La Regione chieda il deferimento di Viale all’Ordine dei Medici. Un bambino malato non può essere trattato come un pacco difettoso di Amazon da rendere al mittente“.
Ora la decisione del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Sant’Anna di Torino che ha proposto l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del medico per “non conformità del comportamento” al Regolamento disciplinare e al Codice etico per ‘mancato rispetto della privacy’.
La replica di Silvio Viale, radicale e noto per le sue posizioni sull’aborto, non si è fatta attendere. Il medico nega di aver fatto uscire lui la notizia e di aver rivelato particolari riservati.
“Questo pomeriggio mi è stato notificato l’avvio di un procedimento disciplinare. E’ una cosa seria, pretestuosa, ma seria.
Ovviamente dovrò aspettare di sapere quali saranno le contestazioni specifiche, ma è chiaro che non sono stato io a rendere publica una vicenda che vede coinvolto un bimbo inconsapevole di pochi mesi, tutelato da un nome di fantasia, è una coppia anonima, tutelata dal segreto professionale e giuridico. Oltre a tutti gli operatori, assistenti sociali, medici e personale che in questi mesi hanno cercato di trovare una soluzione.
Di fronte all’esplodere di commenti ingiusti, fuorvianti e colpevolizzanti verso i genitori, ho ritenuto fosse un dovere deontologico e umano intervenire sulle implicazioni di casi di questa gravità, anche in relazione al mio impegno politico nel campo dei diritti civili.
In particolare mi è sembrato doveroso correggere la fuga di notizie, che si trattasse di una fecondazione eterologa. Una circostanza falsa che veniva utilizzata per mettere ancora di più alla gogna i genitori e per articoli astiosi verso la fecondazione eterologa. Come è noto io auspico che possa essere offerta anche in Piemonte e nella nostra azienda.
In attesa degli sviluppi io confermo parola per parola il senso complessivo dei miei post, in cui non vi è alcuna violazione della “tutela della riservatezza” e vi è un profondo “rispetto delle persone coinvolte e delle situazioni di sofferenza”. L’immagine dell’Azienda, qualunque essa sia per questa vicenda, non è stata da me danneggiata in alcun modo.
Per fortuna siamo in uno Stato di Diritto, non in Turchia, ed essere dipendente non cancella i diritti civili. Io sono intervenuto a seguito di una notizia diventata pubblica con tutto il suo carico polemico politico e sanitario. L’ho fatto come se si trattasse di una fuga di notizie della Mangiagalli. Ho mantenuto, come sempre, distinto il medico dal politico.
Un grazie sincero a tutti coloro che mi stanno esprimendo vicinanza”.
Un procedimento che al medico non piace. Il ginecologo infatti non ci sta e in questi giorni sta rilanciando la sua posizione citando a suo modo Giorgia Meloni e il suo tormentone:
“IO SONO SILVIO, SONO PADRE, SONO LAICO E MENO MALE CHE CI SONO!”
In un commento poi scrive:
“Genitore 1X2! Come al Totocalcio”.
Intanto per aiutare il neonato è stato aperto un conto corrente. Chiunque può donare con la causale “Per Giovannino” sul conto della città di Torino con IBAN IT69L0200801033000104431330.