Acqua alta a Venezia: il Mose non attivo dopo 6 miliardi spesi


Sedici anni di lavori e oltre 5,5 miliardi di soldi pubblici spesi. Stiamo parlando del Mose, il Modulo Sperimentale Elettromeccanico che doveva separare la laguna di Venezia dal Mare Adriatico scongiurando inondazioni in città durante l’alta marea.

Una complessa opera ingegneristica iniziata nel 2003, sotto il governo Berlusconi e con il governatore del Veneto Galan, che prevedeva 78 paratoie mobili. Paratorie installate nelle tre bocche di porto lagunari: Lido, Malamocco e Chioggia. Ma sedici anni dopo, come mostra un servizio del Tg Tre Veneto, l’opera risulta essere vecchia e inadatta al nuovo clima che cambia con il riscaldamento globale. Nei prossimi anni è infatti previsto l’innalzamento del mar Mediterraneo.

Come si legge sul sito del Mose:

“Per rispondere all’obiettivo posto dalla 798/84 per Venezia, la difesa completa di tutti gli abitati lagunari dalle acque alte di qualunque livello, è stato elaborato un sistema integrato di opere che prevede delle barriere di paratoie mobili. Paratoie in grado di isolare la laguna dal mare durante gli eventi di alta marea.

Opere complementari come le scogliere all’esterno delle bocche di porto, atte ad attenuare i livelli delle maree più frequenti e il rialzo delle rive e delle pavimentazioni, almeno fino a +110 cm, nelle aree più basse degli abitati lagunari. L’integrazione di questi interventi definisce un sistema di difesa estremamente funzionale che garantisce la qualità delle acque, la tutela della morfologia e del paesaggio, il mantenimento dell’attività portuale”.

Il Mose è quindi incapace di gestire alte maree perché progettato su quote basse. Inutile quindi, anche se in funzione, per l’alta marea di ieri con +1,87 cm sopra il livello del mare, secondo picco storico più alto per la città. I lavori, dopo ben 16 anni, non sono ancora conclusi. Mai si è tentato di far alzare contemporaneamente i 78 pannelli in condizioni reali. Ben 100 i milioni all’anno che servono per la sua manutenzione.

Nel 2014, il Consorzio Venezia Nuova concessionario del ministero delle Infrastrutture per la realizzazione dei lavori, era stato Commissariato. La richiesta era partita dal Presidente dell’Anac Raffaele Cantone. Tangenti erano state versate dal presidente per creare consenso. L’ex governatore veneto Giancarlo Galan, era stato accusato di aver ricevuto fondi illeciti per 800 milioni di euro. Con il patteggiamento, è stato condannato a due anni e 10 mesi di detenzione, oltre a 2,6 milioni di euro di multa.

I lavori si sarebbero dovuti concludere nel 2016. Nel Bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova è fissata al 31 dicembre 2021 la consegna definitiva. Ma molti sono gli interrogativi sulla reale utilità di quest’opera.

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, corre ai ripari e chiude le scuole. Inoltre invita la popolazione a fare foto e video dei danni subiti.

“Dopo il picco straordinario di marea da 187 centimetri che ieri notte ha colpito Venezia, l’Amministrazione comunale ha presentato richiesta di stato di crisi alla Regione Veneto, ai fini della successiva dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Tutti i cittadini e le imprese raccolgano materiale utile a dimostrare i danni subiti con fotografie, video, documenti o altro – invita il sindaco Brugnaro – nei prossimi giorni comunicheremo le modalità precise per la richiesta di contributo”.

Il primo cittadino poi lancia un appello:

“Il Mose va terminato presto”

Questa la situazione attuale in città descritta dal governatore Luca Zaia.

 


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