Napoli terzultima città in Italia per qualità della vita. Purtroppo questo è il risultato della classifica di Italia Oggi in collaborazione con l’Università della Sapienza di Roma. Le città del Nord continuano ad occupare i primi posti, mentre per trovare quelle del Sud bisogna scendere almeno fino alla 69esima posizione.
I dati di Italia Oggi, nel complesso, sembrano suggerire un miglioramento della qualità della vita in Italia nel corso del 2019. Oggi sono infatti 65 su 107 le province italiane in cui la qualità di vita è buona o accettabile: un dato che è a tutti gli effetti il migliore degli ultimi cinque anni.
Tuttavia, in termini di qualità della vita il Mezzogiorno risulta ancora incredibilmente penalizzato. Ciò significa che il 44% degli italiani vive in modo insoddisfacente. Per comprendere meglio questo fenomeno, bisogna tener presente che, per valutare la qualità della vita, la classifica di Italia Oggi prende in considerazione determinati fattori: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, tempo libero e tenore di vita.
È proprio su quest’ultimo elemento, il tenore di vita, che si è concentrata l’edizione 2019 della classifica di Italia Oggi. Le province del Sud sono così scivolate in basso ancora una volta. In cima alla classifica compare Trento, che si conferma un’eccellenza su tutti i fronti. La prima città del Sud a comparire in classifica è Potenza, in 69esima posizione.
Napoli, come l’anno scorso, si piazza in terzultima posizione, seguita solo da Crotone e Agrigento. Certo, si tratta pur sempre di una grande città, e come si evince dalla classifica di Italia Oggi, le metropoli raramente raggiungono un buon livello di qualità della vita. Ma non possiamo non notare quanto la nostra Partenope sia lontana da Milano, che vanta pur sempre il 29esimo posto in classifica.
Il problema della qualità della vita, in particolare del tenore di vita, è quindi più sentito che mai tra i partenopei. I dati di Italia Oggi, tuttavia, non possono non essere letti contestualmente a quelli del rapporto Svimez, che ha evidenziato come negli ultimi anni lo Stato abbia sostanzialmente investito solo al Centro-Nord. Il Sud ha perso così posti di lavoro, possibilità di crescita, e soprattutto abitanti.
A questo si aggiunge la recente questione dei fondi stanziati per gli asili nido. Una riforma che mira sgravare le famiglie con redditi medio-bassi della retta dell’asilo nido, ma che di fatto non avvantaggia di molto gli abitanti del Sud. Occorre quindi un cambiamento di rotta generale, e non solo di Napoli, per poter risalire la classifica.