CASTELLO DI CISTERNA – Smantellata la rete di affiliati che ha reso possibile la latitanza di Antonio Orlando, detto “Mazzolino”. L’indagine del nucleo investigativo di Castello di Cisterna coordinata dal pubblico ministero Maria Di Mauro e dal procuratore Giuseppe Borrelli ha portato all’arresto di sei persone accusate di associazione di tipo mafioso.
Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Napoli hanno interessato i comuni di Marano di Napoli, L’Aquila, Voghera e Tolmezzo. Tra gli arrestati c’è anche Mazzolino, detenuto dallo scorso novembre dopo 15 anni di latitanza. Era a capo del clan attivo su Marano di Napoli.
Molti i compiti degli affiliati, tra i quali: la messa a disposizione di veicoli per garantire gli spostamenti del boss, la stipula di contratti per la copertura del gas e anche la sottoscrizione ad un abbonamento Sky.
Tra gli arrestati anche Esposito Luigi, noto come “Gigino”, che dopo essere stato scarcerato nel 2017 dopo anni di detenzione, aveva preso il posto di Mazzolino coordinando le attività del clan sul territorio.
Agli arresti anche Sabatino Russo, noto come “Celeste”, responsabile della gestione della latitanza di Antonio Orlando, del quale ne provvedeva all’assistenza, procurandogli dai viveri alle cure mediche, recandosi presso il suo nascondiglio a Mugnano di Napoli.