Avellino – Una storia a lieto fine quella conclusasi all’Ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino. Un ragazzo di soli 14 anni aveva tentato il suicidio lanciandosi dal Ponte della Ferriera. Fortunatamente, i soccorsi l’hanno recuperato prima che per lui fosse troppo tardi, ma le sue condizioni apparvero sin da subito critiche.
Per 15 giorni, infatti, il giovane ha lottato fra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione del San Giuseppe Moscati. Dopo più di due settimane di coma, il ragazzo si è svegliato. Come ha raccontato l’infermiera che ha assistito al felice evento: “Voleva la mamma era felice e ha subito stretto un peluche che era sul suo letto”.
Anche il dottore Angelo Storti, a capo dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliera. ha raccontato il lieto evento durante un’intervista rilasciata ad Ottopagine: “Ricorderò sempre la sua gioia quando si è ripreso – spiega – Ha fatto una battuta quasi a sdrammatizzare la lunga degenza, quasi a capire cosa fosse accaduto”.
Il dottor Storti ha recentemente lanciato il progetto “Rianimazione Aperta”. I familiari dei degenti, grazie a questo esperimento, potranno partecipare attivamente al drammatico periodo nel reparto di Rianimazione ed essere sempre presenti. Per Storti la vicinanza delle persone amate fa bene sia a loro, sia al paziente che percepisce la loro presenza e non si ritrova da solo a combattere per la vita.
Quanto successo al 14enne e la sua naturale reazione di cercare la madre ha evidenziato maggiormente l’importanza di una simile terapia. Tutto il reparto ha empatizzato con la vicenda del giovane: “Ora – racconta sempre Storti – andiamo a trovarlo in ortopedia. Lo abbiamo adottato. E’ stato bello vederlo scherzare appena si è ripreso”.