Gattuso: “Squadra fatta col pennello per me. Ancelotti un papà ma non ho paura”
Dic 11, 2019 - Redazione Sportiva
Inizia oggi ufficialmente alle 18 l’avventura napoletana di Gennaro Gattuso. Chiamato in tutta fretta a sostituire Carlo Ancelotti, esonerato ieri sera dopo la qualificazione agli ottavi di Champions. ‘Ringhio’ questa mattina è atterrato a Napoli dirigendo alle 14 il primo allenamento. Quattro ore dopo la prima conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il presidente Aurelio De Laurentiis e il vice presidente Edoardo.
Un’eredità pesante e un compito non facile spettano ora all’ex tecnico del Milan che ha mostrato sicurezza e grinta, quelle che in questo momento servono alla squadra. Una conferenza che inizia con le parole di Aurelio De Laurentiis.
De Laurentiis: “Ringrazio Ancelotti, tra noi c’è un rapporto limpido, sincero. Mi dispiace che le cose siano andate così. Molto spesso tra marito e moglie ci si divorzia ma si mantengono buoni rapporto. Noi siamo due persone che abbiamo laborato insieme per coltivare un sogno. Io con grande responsabilità per non rovinare il suo palmares, ho cercato di salvaguardo e di dire è arrivato il momento dobbiamo dividerci. Non mi fate domande, perché non vi risponderò.
Oggi è il momento di ‘Ringhio star’, una nuova denominazione inventata a Napoli. Lui non ha bisogno di presentazioni ma ha bisogno di avere sollecitazioni. Lui ha molto assimilato nel passato il Napoli osannato da Sarri. E lo ha applicato al Milan, cercando di fare il meglio possibile raccogliendo i cocci e arrivando addirittura quinto”.
Ora tocca a Gattuso che si presenta già con la tuta del Napoli.
“Il Napoli negli ultimi dieci anni è stato protagonista in Italia e in Europa. In campionato sta attraversando un momento non positivo, ma ha i giocatori con qualità e giocatori funzionali, il 99% del calcio che mi piace fare. Il primo incontro con il Presidente è stato domenica, sei ore in macchina all’andata, sei ore in ritorno per evitare che mi beccavate negli uffici della Filmauro alle 21, 21.30. Invece ci siamo sentiti stamattina con Ancelotti, ieri sera stava con sua moglie e i suoi familiari. Prima delle partita era troppo un momento delicato e non l’ho chiamato. Sono stati giorni non facili, sapevo che dovevo chiarirmi con Carlo e dirgli perché ho accettato. Per l’ennesima volta si è dimostrato un papà calcisticamente parlando, mi ha dato tanto.
Ho iniziato 6 anni fa e nei momenti di difficoltà mi ha sempre aiutato e oggi ho avuto la riconferma dell’uomo che è. Si è spogliato, mi ha detto i pro e i contro e dove può migliorare questa squadra. Vi avviso, non fate paragoni. Ancelotti ha vinto tutto, io ho appena 41 anni e devo ancora dimostrare tanto. Io spero di fare il 10% di quanto ha fatto lui nella sua carriera. L’obiettivo stagionale è quello degli ultimi anni: andare in Europa, in Champions. Non ci giro intorno, questa squadra non può stare fuori dall’Europa. E’ una squadra di valore”.
Dove migliorare?
“Riparto lavorando, testa bassa e pedalare. Mancano due partite prima della sosta. Questa squadra ha l’obbligo di giocare un certo tipo di calcio. Non si deve parlare di cosa posso dare, la squadra e la società mi devono aiutare. In questo momento non dobbiamo perdere energia per fare cose, dobbiamo trovare una soluzione per uscire da questo problema“.
Sul pubblico che diserta lo stadio.
“Solo i risultati e il senso di apparenza porta pubblico. Bisogna recuperare più punti ed esprimere un buon gioco. Per tanti anni lo hanno fatto, anche all’inizio di questa stagione. Conta molto l’umore e le vittorie”.
Sul contratto e sul modulo.
“Mi fate ridere quando parlate di contatti. Noi siamo legati ai risultati. Anche se il presidente mi proponeva solo sei mesi io sarei venuto uguale. E’ una grande opportunità e credo che questa squadra ha qualità e non potevo scegliere di meglio per la squadra che voglio fare, sembrano fatti col pennello. Non voglio dare vantaggi all’avversario su quale modulo preferisco anche se sapete che gioco col 4-3-3. Non mi piace giocare con due linee di quattro. Ho in testa la squadra. Ho portato sei del mio staff, più io. Il presidente si è anche lamentato”.
Ibra?
“Preferisco parlare di quelli che ho. Troppo facile parlare di Ronaldo e altri. Alleno quelli che ho a disposizione. Quando vogliamo parlare di mercato io non risponderò mai. E’ una mancanza di rispetto parlare di giocatori non miei, ed è una mancanza di rispetto per quelli che ho. Chiedete al Presidente sul mercato”.
Perché Napoli?
“Quando inizio un lavoro non cerco alibi, nessuno. Si deve migliorare la linea di difesa. Sono uno che ama il mare e vengo da un paese di mare. Devo stare attento mi sono messo in un mare grande, ora rischio di annegare. Ma io non ho paura di nulla. Ho la consapevolezza di aver portato grande professionalità e persone preparate. Sono rimasto anche sorpreso dal centro sportivo. 41 anni e venire qui per me è un motivo di orgoglio. Ho rifiutato tante offerte per venire qui. Qui mi piace tutto. Ora tocca a me e al mio staff. Sono orgoglioso di essere terrone. Ho una moglie italo-scozzese e pensa in inglese. Io penso in calabrese. Devo sforzarmi a trasformare il diletto in italiano. I miei genitori sono di giù, ho lasciato casa a 12 anni ma le origini e le tradizioni restano sempre”.
Sugli obiettivi.
“All’estero c’è una considerazione alta del Napoli. Più di quella che avete voi. E’ normale che qualcosa non ha funzionato. Devo sentire meno cose possibili. Mi piace toccare con mano, parlare nell’anima delle persone. Le situazioni personali, i rancori, non portano da nessuna parte. Bisogna vincere queste due partite. Mi chiamo Gennaro ma è un’offesa al vostro santo. Il mio obiettivo è andare in Champions e centrare l’obiettivo per il prossimo anno. La champions? E’ a febbraio, è una grande vetrina ma ora ho altri problemi da affrontare. Chi viene viene, fai il segno della croce, ma sono sempre squadre importanti”.
Su Insigne.
“Insigne è il simbolo di questa squadra, è il capitano. Io ho il dovere di recuperare tutti e farli esprimere al massimo. Sono venuto in una grande società composta da un grande presidente e staff oltre che grandi giocatori. Una scelta facile. Abbiamo discusso poco sul denaro. Mi hanno scelto forse perché son brutto, ho la barba, sono mezzo bianco e mezzo nero”.
La conferenza stampa si conclude con De Laurentiis che spiega che ci sarà un’altra conferenza dove risponderà a tutti.