L’avventura del piccolo Andrea nella nuova scuola è cominciata più che bene. Oggi è stata festa grande ad Afragola per il primo giorno del bimbo con sospetto autismo. La madre ha preso questa difficile decisione in seguito all’esclusione del figlio dalla recita di Natale, avvenuta in un altro istituto scolastico.
Tante sono le gioie che Andrea ha trovato nella nuova scuola. Lo striscione realizzato dagli alunni della sua classe, con la scritta “Benvenuto“. Una torta e tanti pasticcini, e il caloroso affetto delle maestre e dei compagni che lo accompagneranno in quest’anno scolastico.
Il bimbo è stato accolto dalle due maestre della sua classe, dalle tre di sostegno a cui è stato affidato, dalla preside Immacolata Davide, e persino dal sindaco di Afragola Claudio Grillo. Inizialmente la donna era in lacrime per la felicità di fronte a tanto calore umano. Nella commozione generale, però, la mamma del piccolo Andrea non nasconde il dolore per quanto accaduto in precedenza.
“Inizieremo una battaglia legale“, ha dichiarato la donna a Repubblica, “affinché la scuola che lo ha emarginato chiuda. Spero che il Parlamento si attivi per creare leggi ad hoc perché i nostri figli sono esseri umani e l’emarginazione e la discriminazione fanno male quanto la disabilità se non di più“.
La mamma denuncia inoltre un episodio sul quale, a suo parere, sarebbe necessario fare luce: “In un’altra scuola del Napoletano, durante le pulizie, speriamo sia accaduto solo a causa dell’ignoranza, sono stati buttati i giocattoli di un bambino autistico. Com’è noto loro si legano in maniera particolare a certi oggetti e toglierglieli significa fare loro del male“.
“Che si attivi immediatamente il Ministero dell’Istruzione, che metta la parola fine a tutto questo perché se non lo fanno, noi tutti chiederemo a gran voce le loro dimissioni, senza paure e senza timori, pubblicando a caratteri cubitali nomi e cognomi di chi non rispetta e non fa rispettare le leggi, se non li fermiamo continueranno a non fare del male ai nostri figli”.
Parole di amarezza ma anche di speranza in un futuro migliore per i nostri bambini, un futuro in cui nessuno debba sentirsi emarginato. Nel frattempo gli educatori si sono subito messi in contatto con gli specialisti che seguono il bimbo, per avviare insieme un percorso educativo condiviso ed efficace.