Mamme buttano via i giochi di un bambino autistico: è bufera a scuola
Gen 14, 2020 - Martina Di Fraia
La vita sembra diventare sempre più difficile per i piccoli con problemi di autismo. Recentemente, in una scuola elementare di Marano di Napoli sono stati buttati via i giochi di un bambino autistico. La notizia, diffusa da Radio Crc sulla sua Pagina, ha scatenato in poco tempo feroci polemiche.
Un grave episodio di discriminazione, quello che si è verificato a Marano. Sembra che siano stata alcune mamme a gettare via i giochi ed altri presidi ludo-didattici di un bambino affetto da autismo. Il motivo addotto è stato il seguente: gli altri bambini avrebbero rischiato un’infezione.
Così si sono giustificate le mamme quando la direzione scolastica è intervenuta, su richiesta della famiglia del bambino. Bisogna infatti tener presente che per i piccoli con problemi di autismo la routine è vitale. È una loro caratteristica affezionarsi a determinati oggetti o persone, e stabilire le tappe della propria giornata in base a questi.
Forse le mamme degli altri alunni non hanno tenuto presente quest’aspetto, quando hanno deciso di buttare via i giochi del bambino autistico. Il piccolo naturalmente, non trovando più gli oggetti ai quali era legato, ha avuto una crisi, cosa che ha portato la madre a rivolgersi immediatamente alla dirigente scolastica.
Immediata anche la presa di posizione del Comune, che ha riunito la III commissione consiliare per valutare provvedimenti da intraprendere. Intanto, la notizia è arrivata anche alle orecchie della mamma di Andrea, il bambino con sospetto autismo escluso dalla recita di Natale. La donna, che sa bene cosa voglia dire lottare con questo tipo di discriminazioni, ha commentato così l’accaduto:
“Che si attivi immediatamente il Ministero dell’Istruzione, che metta la parola fine a tutto questo perché se non lo fanno, noi tutti chiederemo a gran voce le loro dimissioni, senza paure e senza timori, pubblicando a caratteri cubitali nomi e cognomi di chi non rispetta e non fa rispettare le leggi, se non li fermiamo continueranno a non fare del male ai nostri figli”.