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Striscioni antiNapoli a Milano e Roma: il Movimento Neoborbonico: “E’ razzismo. Intervenga lo Stato”

Due striscioni antiNapoli, uno esposto a Roma e un altro a Milano nella giornata di venerdì sera, stanno indignando il web. Le foto diffuse sui social ritrarrebbero frasi contro i napoletani. A scatenare le parole d’odio sarebbe la nuova emergenza del coronavirus. Un’epidemia che a molti ha ricordato quella di anni fa che colpì in particolar modo la Campania.

MILANO – Il primo striscione sarebbe stato esposto davanti lo stadio San Siro a Milano: Napoletani figli del colera, vi mettiamo in quarantena”. Si legge in tweet diffusi sui social. Il 12 febbraio è infatti in programma Inter-Napoli, gara d’andata delle semifinali di Coppa Italia e il clima non è certamente disteso.

ROMA – Il secondo striscione invece riguarda un recente fatto di cronaca. Nella capitale sarebbe comparso uno striscione che recita: “La tua gente non dimentica le tue gesta, auguri Daniele. Figlio della Lupa, fratello di curva”. Il Daniele in questione è Daniele De Santis detto Gastone, condannato a 16 anni per l’omicidio di Ciro Esposito. L’ultras napoletano che perse la vita durante gli scontri della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina nel lontano 2014.

L’APPELLO DEL MOVIMENTO NEOBORBONICO – Due striscioni passati sottotraccia nei principali media italiani ma che hanno in comune l’odio e il razzismo verso i napoletani. Per questo il Movimento Neoborbonico ha chiesto un intervento diretto a Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno.

L’invito è quello di avviare adeguate e approfondite indagini in merito ai due striscioni “antinapoletani” apparsi la notte del 31 gennaio a Milano e a Roma. Quello della capitale è per il Movimento tra l’apologia di reato e l’istigazione a delinquere:

“Gli auguri a “Danielino” De Santis e un’altra frase in evidenza: “la tua gente non dimentica le tue gesta”. E’ chiaro che le “gesta” di cui si parla sono vergognosamente legate all’assurdo omicidio ai danni del povero Ciro Esposito, ucciso (era scritto nelle motivazioni della sentenza) solo perché “napoletano”. In una serata in cui, tra l’altro, la squadra dell’assassino neanche giocava”.

Sullo striscione a Milano, il Movimento scrive:

“Di fronte alle drammatiche emergenze attuali, si ricorda un vero dramma (quello del colera) vissuto a Napoli circa mezzo secolo fa e senza neanche un motivo banale e contingente (non si giocava Napoli-Inter). Qualche giorno fa il mondo intero si è (giustamente) indignato per le scritte contro gli Ebrei su una porta. Il razzismo è sempre razzismo anche quando si colpiscono magari i Napoletani o i Meridionali e se non è goliardia quella di quelle scritte ignobili, non è goliardia neanche quella (addirittura più subdola e plateale) di quei due striscioni. Dal punto di vista culturale, più o meno da 150 anni, del resto, a furia di ignorare e di minimizzare, si creano preconcetti e luoghi comuni e si creano alibi per non risolvere e per aggravare questioni meridionali sempre più drammatiche soprattutto per i giovani del Sud”.

Difficile però che il ministro prenda posizione per i due striscioni antiNapoli. Da anni infatti negli stadi si sentono cori contro i napoletani. Cori, impuniti.