Ha scosso tutti per le sue campagne pubblicitarie con foto fuori dai canoni standard. Contro i pregiudizi, il razzismo e la pena di morte, Oliviero Toscani nei suoi scatti ha ritratto importanti temi sociali. Dal 1982 al 2000 si è occupato poi della pubblicità per il gruppo Benetton.
E proprio riguardo la Benetton, il fotografo si è lasciato andare a una frase che non è piaciuta a molti. Nel corso della trasmissione radiofonica ‘Un giorno da pecora’ è stato chiesto a Toscani cosa ne pensasse della foto che ritraeva Luciano Benetton insieme ai fondatori delle Sardine al centro culturale fondato dai Benetton e da Toscani.
Autostrade per l’Italia S.p.A. è una società per azioni italiana che ha come attività la gestione in concessione di tratte autostradali. La società fa parte del gruppo Atlantia, che ne possiede l’88,06% del capitale sociale e che fa riferimento, come principale azionista, alla famiglia Benetton. Chiaro nelle parole di Toscani il riferimento al Ponte Morandi di Genova, crollato il 14 agosto del 2018.
“Ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola”.
Questa la frase incriminata estrapolata dal suo discorso che non è andata giù a tutte le persone che nel crollo del Ponte Morandi hanno visto perdere la vita 43 persone. Amici, fidanzati, genitori, parenti. Esseri umani che per colpa della cattiva manutenzione autostradale potevano ora essere in vita. Tra questi anche quattro ragazzi di Torre del Greco.
L’indignazione parte da Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime Morandi, che in una nota scrive:
“Ogni giorno ci aspettiamo, ormai da quasi 18 mesi qualche nuova pensata, ogni tanto qualcuno usa i nostri morti per mettersi in mostra o per comunicare idiozie. Stasera ho sentito registrate delle esternazioni, inopportune e confuse di Toscani, ovviamente a lui potrà non interessare che sia caduto un ponte in Italia nel 2018, potrebbe essere che lui viaggi sempre in elicottero, in effetti passare su un ponte francamente è un po’ da ‘plebei’, purtroppo tanti italiani ci viaggiano ogni giorno e qualche persona sotto quel ponte ci è rimasta per sempre, certamente non per qualche strano fulmine vagante, 43 morti innocenti per lui conteranno poco, ma per noi erano tutto“.
Pronta la replica del fotografo con un Post su Facebook:
“Mi dispiace che parole estrapolate e confuse possano far pensare una follia come quella che a me non interessi nulla del Ponte. Solamente la cattiveria può strumentalizzare una cosa simile. A me, come a tutti, quella tragedia interessa e indigna, ma è assurdo che certi giornalisti ne chiedano conto a me”.