Scugnizzi a vela: il progetto che offre opportunità ai giovani disagiati
Feb 07, 2020 - Giusy di Nuzzo
Per una città come Napoli, che ha sempre avuto un rapporto speciale con il suo mare, oggi è stato un giorno importante. Questa mattina, 7 febbraio 2020 alla base navale della Marina Militare, c’è stata la premiazione per i ragazzi che hanno partecipato al bellissimo progetto Scugnizzi a vela.
Si tratta di un’iniziativa che coinvolge dei giovani a rischio di devianza ed emarginazione dell’area penale campana.
Perché il mare? Perché le attività in cui vengono coinvolti i giovani sono marine. Nello specifico parliamo di restauro e manutenzione di barche a vela e in legno. L’obiettivo finale è quello di insegnare loro un mestiere che gli consentirà di ritagliarsi un proprio spazio onesto nel mondo.
Stefano Lanfranco, presidente di Scugnizzi a vela, ha spiegato:
“Recuperiamo i ragazzi integrandoli, formandoli per quelli che sono i mestieri del mare. Napoli è la capitale del mare e cerchiamo di chiudere il cerchio, cosa che già abbiamo fatto perché due imprese, una del porto di Napoli e un’altra di Caserta. Finito il periodo di messa alla prova e quindi anche il progetto con noi, i ragazzi vanno direttamente a lavorare”.
Presente alla premiazione del progetto anche il presidente della Camera, Roberto Fico, e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris che si è espresso così: “Partecipiamo da tanti anni a questa iniziativa che condividiamo, Scugnizzi a vela, perché dà il messaggio del riscatto attraverso il mare e i ragazzi della nostra città che sono dei talenti potenziali, anche chi ha sbagliato deve avere un’opportunità di riscatto. È una filiera che può portare al lavoro, l’arma definitiva di un riscatto.
Che ci sia un’attenzione del presidente della Camera vuol dire che è un’iniziativa bella, importante, fatta con uno spirito di squadra e condivisione, di un valore di comunità, di solidarietà, quello che è Napoli, soprattutto in questi anni. Lo stare insieme, fare comunità, trovare le ragioni per unirsi e non per dividersi. Per un mare che salva e non un mare in cui si raccoglie disperazione“.