I manifesti sono composti dalle foto di quelli che furono definiti briganti, in realtà partigiani che si opponevano all’occupazione piemontese, che venivano uccisi e fotografati dalle truffe sabaude a memoria delle proprie gesta. Dal massacro di Auletta a quello di Pontelandolfo e Casalduni, dall’uccisione della piccola Angela Romano alle tragedie avvenute a Bronte, Ruvo del Monte, Somma Vesuviana e tanti altri, sono molte le vittime meridionali di un periodo storico che per un secolo e mezzo sono state volutamente ignorate ed insabbiate. Negli ultimi anni, al contrario, il vento è cambiato e si comincia a parlare sempre di più di quegli eccidi, perfino sulle reti nazionali.
Non si tratta di fare una distinzione tra buoni e cattivi, tra invasori e depredati. Si tratta di chiarire un punto oscuro della storia d’Italia, dare giustizia e dignità a bambini, donne ed anziani innocenti che hanno perso la vita soltanto perché abitavano in un luogo che in quel momento era territorio di conquista.