Egli dichiara che bisognerebbe affrontare la situazione in maniera meno catastrofica ma, al contrario, tutto sembra paralizzarsi e nel frattempo la Borsa ha bruciato circa 40 miliardi di euro.
“Iniziamo a chiamare le cose con il loro nome” – afferma l’esperto durante “I Lunatici” su Rai Radio 2 – “Lasciamo stare la Cina e le smanie di mettere in quarantena migliaia di persone. Bisogna mettere in quarantena soltanto coloro per i quali esista un fondato sospetto di contagio. Ma si tratta sempre del contagio di un virus influenzale. Un virus che, se vogliamo, ha una mortalità ancora più bassa di un virus influenzale“.
“I nostri stessi morti” – continua D’Anna – “erano persone di età avanzata o già malate di cancro, o ancora di malattie croniche di tipo cardiorespiratorio. Avrebbe potuto ucciderle anche un virus influenzale“.
Il biologo spera che gli scienziati inizino a diffondere la verità, senza il timore di essere aggrediti o tacciati come superficiali. Del resto, è consapevole del fatto che le brutte notizie sono sempre più incisive rispetto a quelle buone, dunque accendono il desiderio del “mettersi sotto i riflettori”.
Secondo D’Anna, in Europa il contagio non è elevato perché molte nazioni non lo cercano. Conclude augurandosi che questa frenesia finisca e la gente inizi a rendersi conto che contrarre il Coronavirus è come contrarre un virus influenzale.