Sud e coronavirus, Libero deferito: direttore e giornalista rischiano di essere radiati
Mar 04, 2020 - Francesco Pipitone
Libero è stato deferito al Consiglio di Disciplina. Il quotidiano, come è noto, si distingue spesso per i titoli in prima pagina e molte volte è stato chiamato a rispondere della propria condotta, pur senza mai essere destinatario di sanzioni gravi. Questa volta sotto la lente di ingrandimento c’è il titolo “Virus alla conquista del Sud“.
“LIBERO DEFERITO A CONSIGLIO DI DISCIPLINA, “SCELTA REITERATA SU TEMI DI RILEVANZA SOCIALE” Il comitato esecutivo dell’Ordine nazionale dei Giornalisti ha segnalato al Consiglio di Disciplina Territoriale della Lombardia il caso del giornale Libero che, nel titolo di apertura della prima pagina del 4 marzo 2020, scrive: “Virus alla conquista del Sud”. Il titolo si riferisce a un articolo a firma di Renato Farina. La segnalazione è stata per la prima volta sottoscritta dall’intero esecutivo che ha così voluto dare un segnale simbolico di distanza e di dissenso rispetto a una reiterata scelta redazionale su temi di grande rilevanza sociale”.
A rischiare, in questo caso, sono il giornalista ed il direttore responsabile della testata Pietro Senaldi. Cosotoro sono chiamati a difendersi dalle accuse. Non è direttore responsabile Vittorio Feltri, il quale è direttore editoriale, dunque non è chiamato a rispondere.
Le possibili sanzioni, previste dalla legge 3.2.1963 n. 69, sono le seguenti: avvertimento, censura, la sospensione dall’esercizio della professione per un periodo non inferiore a due mesi e non superiore ad un anno, radiazione dall’albo. Le sanzioni disciplinari sono pronunciate con decisione motivata dal Consiglio, previa audizione dell’incolpato.
L’avvertimento, da infliggere nei casi di abusi o mancanze di lieve entità, consiste nel rilievo della mancanza commessa e nel richiamo del giornalista all’osservanza dei suoi doveri.
La censura, da infliggersi nei casi di abusi o mancanze di grave entità, consiste nel biasimo formale per la trasgressione accertata.
La sospensione dall’esercizio professionale può essere inflitta nei casi in cui l’iscritto con la sua condotta abbia compromesso la dignità professionale.
La radiazione può essere disposta nel caso in cui l’iscritto con la sua condotta abbia gravemente compromesso la dignità professionale fino a rendere incompatibile con la dignità stessa la sua permanenza nell’albo, negli elenchi o nel registro.