Una buona e una cattiva notizia. Quella positiva emerge dai dati Istat relativi agli omicidi volontari commessi sul territorio nazionale nel 2018. Si ammazza meno che negli anni precedenti. La pessima novella riguarda il Sud e la Campania, con Napoli a comandare il plotone d’esecuzione: nel Mezzogiorno gli assassinati sono di più che nel resto della penisola.
Nel 2018 gli omicidi commessi sono stati 345 contro i 357 del 2017. Una lieve diminuzione su cui il Paese si è incamminato dal 1990, prima repentinamente poi con contrazioni minime ma costanti nel tempo.
Si riducono le vittime di sesso maschile ma crescono quelle femminili. Un dato significativo che deve far riflettere sul ruolo delle donne nella società. Sensibilizzazione e lotta contro i femminicidi da combattere senza esclusione di colpi, diventano gli obiettivi primari su cui lavorare nel prossimo futuro.
Leggendo i dati Istat notiamo che persiste ancora, sebbene in controtendenza, lo storico dualismo Nord-Sud. Una forbice che dal 1990 va assottigliandosi soprattutto grazie al calo di omicidi commessi dalle mafie. Il tasso nazionale di omicidi commessi, secondo solo al Lussemburgo in Europa, è di 0,57% con il Mezzogiorno che fa registrare uno 0,83% quasi il doppio del Centro-Nord fermo allo 0,43%. Se consideriamo le sole aree settentrionali i numeri sono molti simili. Nel Nord-Ovest la percentuale è dello 0,45%, nella parte Est è leggermente più bassa allo 0,42. È il Centro a far scendere la tendenza nazionale con lo 0,37%.
Tra le regioni in cui il fenomeno è maggiormente radicato, le aree da mettere sotto la lente d’ingrandimento sono nell’ordine Calabria, Puglia e Campania. La prima area del Nord è la Valle D’Aosta, ferma al sesto posto dietro alla Sicilia. Se, invece, si guardano i dati degli omicidi per mafia che vanno dal 1993 al 2018 al primo posto troviamo la Campania con una percentuale del 45,4%, la Sicilia al 25,5% e la Calabria al 19,8%.
Per quanto riguarda le città, Napoli nel quadriennio che va dal 2014 al 2018 si posiziona al quarto posto, dietro nell’ordine a Vibo Valentia, Nuoro e Pordenone. A chiudere il quintetto più pericoloso è Foggia. Nel complesso il tasso è più alto nelle province rispetto ai comuni capoluogo dove si prediligono tipologie diverse di reato come furti nelle abitazioni, negli esercizi commerciali e scippi.