Medici, ventilatori, mascherine: arriva a Fiumicino l’aereo con gli aiuti proveniente dalla Cina
Mar 13, 2020 - Chiara Di Tommaso
Nove medici esperti, ventilatori, mascherine e altri dispositivi sanitari. La Cina risponde presente e invia in Italia diversi aiuti per superare l’emergenza coronavirus. Ieri sera all’aeroporto di Fiumicino è infatti atterrato un aereo, un Airbus A-350 della China Eastern proveniente da Shanghai, con a bordo personale sanitario e attrezzature che andranno direttamente agli ospedali italiani.
Un carico di aiuti inviato dalla Croce Rossa Cinese alla Croce Rossa Italiana – Italian Red Cross, che veicolerà i materiali al Governo e in parte distribuirà i dispositivi tra i volontari dell’Associazione impegnati nell’emergenza Coronavirus.
Sul volo, come fa sapere la Croce Rossa Italiana, ci sono 9 bancali con ventilatori, materiali respiratori, elettrocardiografi, decine di migliaia di mascherine e altri dispositivi sanitari. I nove esperti, capitanati dal Vicepresidente della Croce Rossa cinese, Yang Huichuan, e da Liang Zongan, illustre professore di rianimazione cardiopolmonare, sono rianimatori, pediatri, infermieri e figure che hanno gestito il Coronavirus in Cina.
Presenti ad accogliere il volo l’ambasciatore cinese a Roma, S.E. Li Junhua, e Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana.
Un rapporto, quello tra Italia e Cina, che quindi si consolida e solidifica mostrando tutta la solidarietà della nazione asiatica che ha inviato l’aereo con il carico di aiuti sanitari. Soddisfazione è stata espressa in un video postato su Facebook anche dal ministro degli esteri, Luigi Di Maio:
“Ci sono numeri che non ci piacciono, c’è ancora tanto da fare. Ma è importante capire di stare a casa. Tutti siamo a servizio del nostro personale medico che negli ospedali stanno facendo turni massacranti per salvare delle vite. Quanto fatto in Cina è quello che noi definiamo solidarietà e sono sicuro che ne arriverà altra. Non siamo soli, ci sono persone nel mondo che vogliono aiutare l’Italia. Tanti ministri degli esteri mi hanno chiamato e mi hanno detto che ci vogliono aiutare”.