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Coronavirus, Bergamo in ginocchio: troppi morti, non si sa dove mettere le bare

Il coronavirus ha messo in ginocchio Bergamo. Sono sconvolgenti le notizie che giungono dalla città: l’Eco di Bergamo pubblica dieci pagine di necrologi al giorno, quando normalmente ne pubblica una soltanto, mentre non si sa più dove mettere le bare con le salme che dovrebbero essere cremate. Al forno crematorio c’è una lista di attesa di 15 giorni. Sta facendo il giro del web un video, girato all’interno della Chiesa Cimitero Tempio di Ognissanti, dove le salme in fila sono decine.

Il direttore de L’Eco di Bergamo, Alberto Ceresole, ha detto in un’intervista a La Stampa:

“Il forno dell’ospedale effettua una cremazione ogni mezz’ora per tutto il giorno, ma non regge i ritmi dei morti e la chiesa del cimitero è diventata un deposito di bare. Alcune salme vengono dirottate fuori provincia nel Cremonese e nel Comasco per snellire le procedure”.

Un giornalista dello stesso quotidiano, Isaia Invernizzi, giura che i numeri diffusi dalla Protezione Civile sono nulla in confronto a quelli reali: “Nella quotidianità del bollettino di guerra diffuso dalla Regione sono solo numeri, ma dietro la cruda statistica si nasconde il dolore di centinaia di famiglie bergamasche che in questi giorni stanno piangendo i loro cari. Le cifre ufficiali infatti raccontano solo una piccola parte della tragedia che si sta consumando in Bergamasca”.

I dati del 17 marzo parlano di 16220 casi in Lombardia, di cui 3993 a Bergamo e provincia. Si tratta degli attuali contagiati, un numero dal quale sono esclusi i morti, ovvero 1640 in tutta la regione. A questi, secondo i ragionamenti fatti dai giornalisti, sindaci ed esperti locali, dovrebbero aggiungersi coloro che sono deceduti in seguito alle complicanze da coronavirus ma ai quali non è stato fatto il tampone. Se ciò fosse vero il numero sarebbe di molto maggiore. Il sovraffollamento delle camere mortuarie d’altra parte suggerisce proprio questo.

“I casi ufficiali? La punta dell’iceberg”, “I numeri che ci danno non sono molto attendibili”, “Purtroppo i morti sono molti di più di quelli dei report”. Così si esprimono i primi cittadini e gli uffici dell’anagrafe sembrano dare loro ragione, dato che il bilancio di decessi è decisamente maggiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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