Per Libero il virus scansa gli immigrati. Galli: “Pochi casi, hanno un fattore protettivo maggiore”
Mar 25, 2020 - Chiara Di Tommaso
Nei giorni scorsi via whatsapp sono arrivati alcuni messaggi che sottolineavano come in Italia ci fossero pochi contagi tra immigrati e comunità cinese. Diverse le teorie, tutte complottiste e non veritiere, che ora però trovano una conferma scientifica.
‘Libero’ infatti, noto per le sue prime pagine ad affetto, ha intervistato il Professore Massimo Galli, primario del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano. Galli nei giorni scorsi era stato protagonista di un dibattito contro il dottore Paolo Ascierto sui primati del farmaco anti-artrite. Una polemica che era finita anche in un servizio di ‘Striscia la Notizia’.
Ora l’esperto virologo viene intervistato da ‘Libero’ che titola: “Il virus scansa gli immigrati”. Lo conferma il virologo Galli.
Alla domanda su quanti extracomunitari sono ricoverati all’Ospedale di Milano, Galli risponde:
“Nessuno mi pare. In ogni caso la percentuale è praticamente nulla. Forse abbiamo due cinesi che hanno contratto la malattia nella forma italiana, ma non mi viene in mente nessun altro. L’ipotesi, ma è ancora tutta da dimostrare anche se è verosimile, è che in alcune etnie di discendenza africana ci siano diverse caratteristiche e disponibilità per il virus. Vuol dire che queste persone potrebbero avere un fattore protettivo maggiore.
È possibile che abbiano le porte chiuse, o meglio, semichiuse nei confronti del Covid-19. Le porte degli italiani, invece, sono spalancate. Gli immigrati che risiedono in Italia sono per lo più giovani e in forze. Hanno molti meno problemi di salute rispetto a noi. Il fattore anagrafico e la sana costituzione spiegherebbero anche il motivo per cui gli adolescenti e i bambini reagiscono molto meglio al Covid-19″.
Il virologo smentisce però che i casi siano minori perché gli immigrati residenti in Italia hanno fatto il richiamo anti-tubercolosi. E sulla differenza tra il Giappone e la Lombardia Galli ammette gli errori:
“In Giappone sono riusciti a circoscrivere il virus per tempo. Hanno individuato velocemente i contagiati, li hanno isolati e hanno ricostruito i loro contatti. In Italia invece l’infezione ha circolato almeno per un mese senza che ce ne rendessimo conto. Quando tutti, me compreso, pensavamo di essercela cavata, ecco che siamo stati presi alle spalle”.
Come confermato in un video girato in rete, Galli infatti non capì il rischio che correva l’Italia.