Napoli – La storia del trentacinquenne Claudio Galizia, anestesista e rianimatore presso l’ospedale Cto di Napoli, in tempi normali avrebbe dell’incredibile. Ma in questo periodo di emergenza fatto di compleanni e lauree festeggiati su Skype e morti in solitaria, diventa quasi normale. Solo quattro giorni fa, grazie ad un amico e collega, il dottore è riuscito ad assistere alla nascita di suo figlio per mezzo di una videochiamata su Facetime.
Il dottor Galizia, che in questo periodo si sta occupando dei ricoveri da Coronavirus, ha vissuto un’esperienza che probabilmente farà fatica a dimenticare per il resto della sua vita. “Vedere nascere mio figlio, anche se a distanza, mi ha insegnato che la vita vince sempre, anche nei momenti difficili: sembra una frase scontata, ma non lo è”, ha raccontato Galizia all’Ansa. “Una grande emozione, una gioia profonda capace di spazzare via e cancellare completamente la paura di questo periodo difficile”.
Il dottore racconta che sua moglie ha rotto le acque due settimane in anticipo rispetto al termine previsto, la notte del 21 marzo. Purtroppo, però, a causa delle nuove norme legate all’emergenza, nessun familiare ha potuto assistere al momento. Anche la madre, che l’aveva accompagnata in ospedale è stata rimandata a casa. Solo il giorno dopo, verso mezzogiorno, è cominciato il travaglio.
E qui la brillante idea. Galizia ha chiamato un collega anestesista presso l’ospedale in cui era ricoverata la moglie e gli ha chiesto di assistere in videochiamata alla nascita di suo figlio. “Grazie a lui, io, mia mia moglie e l’ostetrica siamo riusciti a comunicare per tutto il tempo. Abbiamo anche pianto insieme”, ha detto. Il bambino è nato, in perfetta salute, intorno alle 17.15 del 22 marzo.
Il dottore però non ha ancora potuto vedere sua moglie e il suo bambino. “Sono ancora in ospedale per le ultime visite di routine, ma presto torneranno a casa. Ho appena fatto il tampone, che è negativo, ma pur vivendo insieme dormiremo in stanze separate, e cercheremo di stare a distanza per non mettere in alcun modo a rischio il piccolo“. Il congedo di paternità è rimandato, per il momento. “Lo prenderò più in là, quando potrò godermi la loro compagnia fino in fondo”.