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Papà morto, mamma infetta a casa: a rischio la figlia di 9 anni. Il caso che mostra falle nel sistema

E’ la domanda che molti genitori si stanno ponendo in questi giorni: “Cosa succede se entrambi ci ammaliamo?Chi si prenderà cura di nostro figlio/a?”. Al momento, purtroppo, nessuno. E’ la storia di una bambina del quartiere Vomero di Napoli, di appena 9 anni, mostra tutte le falle di un sistema che ancora deve essere rodato. Con la mamma infetta, la figlia si trova a condividere lo stesso appartamento.

Come racconta ‘Il Mattino’, una bambina (non sottoposta a tampone) si trova a dover vivere sotto lo stesso tetto con la mamma, risultata positiva al coronavirus. Una storia triste che comincia con il ricovero d’urgenza in ospedale del papà, poi morto.

L’uomo, un quarantenne senza malattie pregresse e operatore finanziario del Vomero, ha qualche decimo di febbre. Subito chiama i numeri di emergenza e il medico di famiglia che gli prescrive la cura anti-influenzale da fare a casa. Ma la febbre peggiora e compare anche la tosse. L’uomo poi sviene in casa non riuscendo ad arrivare in bagno. A quel punto viene ricoverato all’Ospedale Cotugno di Napoli in terapia intensiva. Morirà poco dopo. Positivo al tampone così come la moglie. Alla bambina, per ora senza nessun sintomo, il tampone non è stato ancora fatto ma è costretta a convivere con la mamma infetta.

La piccola infatti, come denuncia un amico di famiglia, si ritrova nella stessa casa dove sono state trovare due persone positive, i suoi genitori. Nessuno si può prendere cura di lei, neanche i nonni. Sono infatti i più anziani le persone maggiormente colpite dal virus. Troppo un rischio per loro. La bambina infatti anche se al momento non presenta alcun sintomo, deve trascorrere comunque un periodo di isolamento di 14 giorni per evitare che la malattia si manifesti più tardi. Un caso che fa sorgere un problema che potrebbe riguardare anche altri cittadini napoletani. Sono sempre di più le persone positive nella nostra Regione (170 solo nella giornata di ieri) e il picco arriverà solo a fine aprile. E i bambini, oltre al dolore della perdita di persone care, non possono rimanere soli.