Arriva la spartizione tra i Comuni italiani dei fondi stanziati dal governo per l’emergenza coronavirus. Come stabilito nel decreto dal premier Giuseppe Conte sono 400 i milioni destinati ai Comuni. Non sette euro a testa, come diviso per ogni cittadino da Matteo Salvini, bensì soldi suddivisi solo per chi ne ha realmente bisogno.
Il governo ha di fatto anticipato la consegna dei 4 miliardi e 300 milioni di euro già dovuti, aggiungendo un ulteriore stanziamento di 400 milioni per finanziare i ‘buoni spesa’ (da 50 e 25 euro). Ad occuparsene i sindaci che riceveranno le cifre dall’Anci, l’associazione che rappresenta gli oltre 8mila comuni italiani.
Ed è proprio l’Anci ad aver pubblicato, sul proprio sito, la ripartizione delle cifre per quanto riguarda la Campania. Le risorse sono state ripartite in base a due criteri. Una quota, pari al 80% del totale (320 milioni), in proporzione alla popolazione residente di ciascun Comune (il contributo minimo spettante non può risultare inferiore a euro 600). Il restante 20% (80 milioni) suddiviso in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun Comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione. I valori reddituali comunali di riferimento sono quelli relativi all’anno d’imposta 2017.
Circa sette i milioni di euro destinati a Napoli, 784mila a Salerno, 413mila a Benevento, 309mila ad Avellino, 445mila a Caserta.
La gestione di questi buoni sarà a cura dei servizi sociali che normalmente erogano questi tipi di provvidenze e i Comuni potranno avvalersi anche del terzo settore per acquisto e la distribuzione delle derrate. Nel capoluogo partenopeo, come annunciato dal sindaco Luigi de Magistris, sarà la Mostra d’Oltremare ad accogliere i beni di prima necessità. Dagli alimenti alle medicine che serviranno alla fascia di popolazione individuata come destinataria degli aiuti. Infatti in base a una nota del ministero dell’Economia, i 400 milioni verranno impiegati dai Comuni per assicurare:
“Tempestivamente ai cittadini più bisognosi e più colpiti dall’emergenza l’accesso ai beni di prima necessità, cibo ma anche prodotti sanitari, etc.”.
Ogni Comune gestirà le richieste in modo autonomo. Le procedure sono ancora in fase di elaborazione.