Da ora al Pascale di Napoli si sperimenterà l’Avigan. Più di una settimana fa l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) aveva dichiarato come l’uso del Favipiravir (nome commerciale Avigan) non fosse utilizzabile in Europa.
“L’Avigan è un antivirale autorizzato in Giappone dal Marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci. Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli USA. Non ci sono evidenze scientifiche che questo farmaco possa aiutare nella lotta contro il Covid-19“. In Giappone il farmaco ha avuto un grande successo tant’è che le persone posso uscire tranquillamente per strada perché il rischio di mortalità è basso.
Da ora però al Pascale l’Avigan sarà usato per trattare i malati di coronavirus. Dopo il Tocilizumab, l’Istituto dei tumori di Napoli parteciperà al trial clinico internazionale, coordinato dai ricercatori cinesi, per testare l’antivirale e la sua efficacia nella cura dei pazienti Covid.
La proposta è arrivata ieri da Pechino in una lettera dell’Ambasciata Italiana in Cina, indirizzata al Presidente della Regione Vincenzo De Luca, che aveva segnalato la disponibilità a una collaborazione scientifica direttamente al Premier cinese. A chiedere ai ricercatori napoletani di sperimentare un farmaco finora conosciuto come un anti influenzale è stato Wang Guiqiang, presidente della Chinese Society of Infectious Diseases.
Nei prossimi giorni il farmaco arriverà al Pascale per dare il via alla sperimentazione. Insieme con il farmaco i cinesi hanno annunciato di inviare forniture anche di mascherine, tute protettive e altro materiale sanitario.
“Sappiamo – dice il direttore scientifico dell’Irccs di Napoli, Gerardo Botti – che per avere un vaccino i tempi sono lunghi. È più che mai necessario, dunque, in questo momento riunire tutte le forze per trovare una cura per questa terribile malattia”. E il direttore generale dell’Istituto, Attilio Bianchi, aggiunge: “Raccogliamo con piacere l’invito degli amici cinesi, che conferma la proiezione internazionale del livello di ricerca all’interno del nostro Istituto”.