Il gigante “Coronavirus” se da un lato continua a mietere vittime dall’altro incentiva sempre più la sperimentazione di nuovi farmaci per poterlo combattere. Al Tocilizumab e al Remdesivir potrebbe aggiungersi una nuova speranza di salvezza: quella dei farmaci anti-diabete.
L’ipotesi viene avanzata a seguito di uno studio pubblicato sulla rivista Diabets Research and Clinical Practice, condotto da Gianluca Iacobellis, a capo del Servizio di Diabetologia dell’ospedale universitario di Miami.
Stando a tale studio, per arrivare al virus bisogna considerare non solo il recettore Ace2, presente sulle cellule del sistema respiratorio, ma anche il Dpp4. Quest’ultimo, presente sulla superficie di tutte le cellule, ha legami col sistema immunitario e quello infiammatorio.
Il suo coinvolgimento era già noto nella Sars, malattia da Coronavirus risalente al 2002-2003. Attualmente potrebbe inaugurare una nuova via terapeutica per gli affetti di Covid-19 in forma moderata.
L’università di Miami sta studiando l’efficacia di tale farmaco indagando in maniera approfondita il suo decorso. Stando a quanto rilevato da www.ilmattino.it, Maurizio Sanguinetti, presidente della Società europea di Microbiologia e Malattie infettive, ha dichiarato: “Se c’è un ruolo per il Dpp4 è però minoritario. Tuttavia, i farmaci che interferiscono con questo recettore potrebbero ridurre, almeno parzialmente, l’entrata del virus. Questi farmaci possono essere una prospettiva, ma sono da verificare”.
Come per tutte le altre sperimentazioni, il fattore temporale è decisivo. Proseguirà, dunque, lo studio approfondito dei meccanismi di entrata del virus nelle nostre cellule per mettere a punto terapie efficaci. L’obiettivo dei ricercatori è quello di riuscire a capire fino a che punto la terapia diabetica risulta efficace nel trattamento del Coronavirus.