Video. “Lean on me”, un messaggio di unità per l’Italia: l’idea è di un napoletano
Apr 09, 2020 - Martina Di Fraia
“Ecco la mia spalla, puoi appoggiarti a me”. Un messaggio per l’Italia intera, che in questa crisi senza precedenti può sperare di salvarsi in un solo modo: restando unita. Così nasce il progetto “Italy for Italy-Lean on me”, un video che da cinque giorni sta facendo il giro di Youtube e conta più di 6.000 visualizzazioni.
L’idea è del film maker e tecnico del suono napoletano Giorgio Molfini. Attivo da diversi anni nel campo della produzione audiovisiva, Molfini vanta collaborazioni con importanti nomi e marchi del settore, come il regista Mario Martone, ed è conosciuto soprattutto per il suo lavoro nel film d’animazione “Gatta Cenerentola”: una collaborazione che gli è valsa la nomination ai David di Donatello 2018 per il miglior suono.
Il video “Lean on me” è stato girato durante l’emergenza Covid-19, senza alcuno scopo di lucro, con il solo obiettivo di infondere speranza. Abbiamo quindi deciso di intervistare Giorgio Molfini e di approfondire l’idea alla base di questo straordinario progetto, il suo contesto e l’impatto che ha avuto finora sugli italiani.
Partiamo dal progetto. Com’è nata esattamente questa idea?
C’è da dire che l’idea in sé non è originalissima. Da diversi anni si vedono collaborazioni tra musicisti che vivono in diverse parti del mondo e si uniscono in un solo video. Quello è stato il nostro spunto, ma probabilmente la realizzazione di un video che includesse molti cori gospel italiani non era stata ancora realizzata.
L’idea parte da me e dal Peter’s Gospel Choir, un coro di Napoli che ho co-fondato nel 1998 e ho diretto per una decina d’anni. Ho avuto la fortuna di conoscere, dal 2003 in poi, tantissimi gruppi vocali in giro per l’Italia per diversi eventi. Quindi ho creato un gruppo Facebook e ho contattato la maggior parte delle persone che avevo conosciuto, e loro hanno aderito in massa.
Quindi la maggior parte dei cantanti appartiene a cori gospel?
Sì. Io ho una mia fede personale, mi ritengo libero da qualsiasi religione, e da laico ho aperto questa iniziativa anche a musicisti non gospel. Ma hanno risposto in gran parte esponenti di quel mondo: anche la canzone che eseguiamo, “Lean on me”, è scritta da un artista gospel. Io personalmente ho fatto una scelta basata non solo sulla bravura degli artisti, ma anche sul legame che ho con loro. Dopodiché in post-produzione ho dovuto fare delle scelte, soprattutto tecniche, e ho selezionato oltre 50 video.
Questa è, tra l’altro, una collaborazione tra artisti provenienti non solo da diverse parti d’Italia, ma anche dal resto del mondo.
Sì, si tratta sempre di musicisti italiani che si sono trasferiti: una cantante è a Pittsburgh, l’altro vive vicino Brighton. In un primo momento avevo pensato di coinvolgere anche musicisti inglesi e americani, ma l’obiettivo di questo video era lanciare un messaggio di solidarietà dagli italiani per gli italiani.
Dato il periodo particolare che stiamo vivendo, ho voluto fare una scelta basata sull’appartenenza territoriale. Per il resto, io ritengo che “Questa Lega è una vergogna” (per citare il grande Pino) e aborro qualsiasi forma di discriminazione. Per questo video, quindi, ho pensato di dare un messaggio che riportasse a quell’unità nazionale che si è persa nel corso degli anni… anche a causa di certi personaggi politici.
Ed è anche un messaggio di unità nazionale lanciato nel mondo, giusto? Perché il brano “Lean on me” è in inglese, e anche l’introduzione al video è tradotta in inglese.
Esattamente. Mi si poteva obiettare il fatto che io non avessi utilizzato una canzone italiana (cosa che non è stata fatta). Però ho volutamente ampliato il progetto rendendolo fruibile anche fuori dall’Italia, per lanciare un messaggio italiano nel mondo.
Il messaggio arriva in un periodo molto particolare per tutta l’Italia. Tu, personalmente, come stai vivendo questa quarantena?
Sicuramente con alti e bassi. Vedo questo periodo come una grande possibilità di riflessione e di rinascita. Io vivo da solo, quindi per me si tratta di un isolamento nel vero senso della parola. Ovviamente non posso dire che è tutto rose e fiori, capitano momenti di sconforto e di solitudine, che però ci danno l’occasione di scavare dentro noi stessi. Io personalmente mi dedico ai miei progetti, alle collaborazioni con musicisti e professionisti del settore: non mi fermo da questo punto di vista.
Un’ultima domanda. “Lean on me” contiene un messaggio importante. C’è un messaggio che vuoi lanciare tu personalmente ai nostri lettori?
Non solo un banalissimo e giustissimo “Restiamo a casa”, che per quanto restrittivo si sta dimostrando molto efficace. Dobbiamo anche dire con orgoglio ai nostri lettori che possiamo e dobbiamo definirci un esempio insieme ad altre città italiane: Napoli sta veramente fungendo da Comune virtuoso. Il mio messaggio è: continuiamo così, facciamo sempre in modo che Napoli sia un’eccellenza nel mondo non solo per l’arte, la cultura, la gastronomia, ma anche per l’umanità e la civiltà.