Emergenza Coronavirus. Il 21 aprile in prima serata su Italia 1 Giulio Golia in un servizio in onda alle Iene, aveva mostrato un video su come le mafie stanno approfittando del virus a Napoli.
In un lungo post su Facebook è proprio lui a parlare in seguito alle numerose critiche e agli aspri attacchi ricevuti dopo la messa in onda del servizio.
Alcune persone lo hanno preso di mira battendo sul fatto che secondo loro, non avrebbe mostrato la parte bella della città, focalizzandosi invece insistentemente su quella “meno piacevole”.
La parte bella quindi quella degli aiuti solidali e dell’immensa generosità è stata messa da parte dall’inviato napoletano, questa la principale accusa.
“Ho ricevuto anche tanti messaggi da parte delle decine e decine di associazioni per bene che stanno portando avanti iniziative meravigliose e utilissime alla comunità, iniziative come la spesa solidale, il carrello sospeso, reti di donazioni di privati per distribuire ai più bisognosi i beni di prima necessità.
Mi si accusa soprattutto di non aver mostrato questo lato di Napoli, il suo grande cuore, l’enorme rete che si è attivata. Beh, a dire il vero, l’abbiamo fatto. Abbiamo ripetuto più volte che la rete di solidarietà è immensa, abbiamo parlato con i volontari del Rione Sanità, e li abbiamo accompagnati a consegnare i pacchi. Ma qui il discorso era un altro, e peraltro non riguarda solo Napoli”. Queste le parole che usa per difendersi.
L’attenzione viene quindi posta sull’intervento tempestivo dello Stato, volto a sanare queste terribili situazioni di degrado e malessere. Aiutare tutti, nessuno escluso, questo l’appello che probabilmente si voleva lanciare nel servizio. Nonostante l’amore che Golia abbia nei confronti di Napoli, ritiene che sia “impossibile fare finta che il fenomeno non esista”, forse in questo caso più che in altri.