Coronavirus e malattia di Kawasaki, l’allarme dei pediatri italiani


Coronavirus e malattia di Kawasaki, i pediatri lanciano l’allarme. La sindrome che sta colpendo i bambini della Gran Bretagna e ha già fatto alcune vittime è conosciuta anche in Italia, tant’è che i pediatri italiani lanciano l’allerta.

Nelle ultime settimane è stato osservato, in particolar modo nelle zone del paese più colpite dall’epidemia da Sars-Cov-2 – scrive Angelo Ravelli, segretario del gruppo di studio di Reumatologia della Società Italiana di Pediatria – un aumento della frequenza di bambini affetti da malattia di Kawasaki“.

Questa malattia colpisce i bambini sotto i 10 anni, molto più frequentemente prima dei 5. La causa, scoperta circa 50 anni fa, rimane ignota. Si pensa tuttavia che sia causata da un agente infettivo che, nei piccoli predisposti, provoca una risposta infiammatoria.

I sintomi sono la febbre alta, eruzione cutanea, alterazioni mucose e delle estremità. La complicanza più temibile è l’infiammazione delle arterie del cuore, che può causare dilatazioni aneurismatiche permanenti delle coronarie. I medici del dipartimento pediatrico dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, si sono accorti che il coronavirus aggrava la condizione della malattia di Kawasaki.

A cominciare dai numeri: in un mese al Papa Giovanni XXIII hanno registrato un numero di casi pari a quelli degli ultimi 3 anni. E questi pazienti hanno forme più severe delle malattia, che coinvolgono l’apparato cardiocircolatorio e qualche volta richiedono cure intensive. L’allarme è già stato lanciato all’interno della comunità scientifica e fra i pediatri di famiglia, che hanno scritto la lettera ai soci. Lo studio è in fase di sottomissione a un’autorevole rivista internazionale.

Gli esperti precisano che solo una piccola minoranza di bambini infettati da SarsCov2 sviluppa la malattia di Kawasaki, meno dell’1%. Nonostante ciò, avvertono, “in previsione dell’imminente apertura alla Fase 2, è importante tenere presente tutte le conseguenze che questo virus insidioso può causare, sia nella fascia di età adulta che in quella pediatrica“.

“Non è chiaro – scrivono i pediatri – se il virus Sars-Cov-2 sia direttamente coinvolto nello sviluppo di questi casi di malattia di Kawasaki o se le forme che si stanno osservando rappresentino una patologia sistemica con caratteristiche simili a quelle della malattia di Kawasaki, ma secondaria all’infezione. Ciò nonostante, l’elevata incidenza di queste forme in zone ad alta endemia di infezione da Sars-Cov-2 (Lombardia, Piemonte e Liguria) e l’associazione con la positività dei tamponi o della sierologia, suggerisce che l’associazione non sia casuale“.

Il Corriere della Sera riporta le dichiarazioni del dottor Ciuffreda, medico di Bergamo: “La conclusione cui siamo arrivati finora è che qui in provincia di Bergamo c’è un cluster di quella che appare essere la sindrome di Kawasaki – spiega il dottor Ciuffreda – e lo abbiamo registrato da quattro settimane in qua, cioè a partire dal momento più acuto dell’epidemia Covid in questa zona. Se venisse accertata la correlazione con questo grave disturbo pediatrico, si dovrebbe allargare ai bambini lo studio di misure di protezione per una nuova categoria a rischio“.

Il primo caso risale al 21 marzo. “Ero di guardia — ricorda il medico — ed è arrivato questo bambino di 9 anni dalla zona di Esine con miocardite (infiammazione al cuore, ndr), febbre molto alta e ipossia. Veniva da una zona endemica Covid, anche se aveva tampone negativo, e dall’ecografia abbiamo riscontrato l’ingrossamento di una coronaria.

Le condizioni del bimbo erano preoccupanti. Aveva un’infiammazione violentissima multi organo, erano interessati gravemente sia il cuore che i polmoni. Ma sorprendentemente nel giro di pochi giorni si è completamente ristabilito, con la terapia standard” .

In seguito altri bambini sono arrivati in pronto soccorso. Tutti più piccoli, tutti con sintomi di base identici, tutti con sindrome infiammatoria molto aggressiva. Due di loro sono stati ricoverati in terapia intensiva ma tutti si sono ripresi nel giro di quattro giorni (mentre in genere le guarigioni sono più lente).

Ieri il ministro della Salute britannico Matt Hancock ha fatto intendere che alcuni bambini in Regno Unito siano già morti di questa sindrome da infiammazione acuta: “Ci sono bimbi qui da noi che sono morti senza alcuna patologia pregressa“, ha dichiarato Hancock in una intervista alla radio londinese Lbc, “è una nuova malattia che pensiamo possa essere provocata dal coronavirus. Non siamo sicuri al 100% perché alcuni pazienti che l’hanno avuta non sono risultati positivi al test per Covid19. Quindi stiamo approfondendo la questione ma è qualcosa che ci inquieta molto“. In ogni caso, ha aggiunto il ministro, “si tratta di una sindrome al momento rara, il numero dei casi è limitato“.


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