Nel fiume Sarno sono tornati gli sversamenti. Era tornata limpida l’acqua in questi mesi di lockdown dove tutte le aziende erano chiuse. Il fiume Sarno era tornato a vivere, c’erano persino i pesci.
Ieri però è ricominciata la Fase 2 e con la riapertura delle aziende è tornato a sporcarsi anche il fiume. Sversamenti e rifiuti sono stati versati nelle acque del fiume. Il Sarno purtroppo – insieme ai torrenti Cavaiola e Solofrana (suoi tributari tramite il torrente Alveo Comune Nocerino) – è conosciuto come il corso d’acqua perenne più inquinato d’Europa.
A denunciare il ritorno dell’inquinamento anche Francesco Emilio Borrelli, Consigliere Regionale dei Verdi: “Purtroppo si sta verificando ciò che avevamo preventivato ed è stato immediato. Per difendere il nostro territorio dobbiamo attaccare in modo aggressivo chi effettua sversamenti abusivi, servono controlli constanti e punizioni esemplari per i criminali che inquinano l’ambiente. Tolleranza zero per questi individui.”
“Ora c’è stata solo una riapertura parziale delle attività produttive e già l’inquinamento ha ripreso vigore, figuriamoci cosa potrà accadere quando riprenderanno tutte le attività. Per questo chiediamo che vengano effettuati monitoraggi costanti delle acque in modo da tenere sotto controllo l’inquinamento e capire quale sia la zona più interessata dagli sversamenti” – dichiara Marilena Schiano Lo Moriello, Commissario dei Verdi a Castellammare.
Il Sarno nasce alla quota di circa 30 metri sul livello del mare dalle pendici del monte Saro, facente parte del gruppo montuoso del Sant’Angelo-Pizzo d’Alvano. Il bacino del Sarno, da est verso ovest, si apre dai monti Picentini (nel comune di Solofra) fino al golfo di Napoli (nei distretti della città metropolitana di Napoli, di Castellammare di Stabia frazione Ponte Persica e, Torre Annunziata frazione Rovigliano), mentre da sud verso nord va dai monti Lattari ai monti di Sarno, per una estensione complessiva di 438 km² che interessa le province di Salerno, Napoli e Avellino.