Il 18 maggio del 1920 anni fa nasceva San Giovanni Paolo II, un pontefice che ha lasciato il segno nei fedeli (e non) di tutto il mondo. Giovanni Paolo II è colui che ha annunciato un forte messaggio di speranza in un mondo in continuo cambiamento, e che può donarci ancora una volta la forza di guardare al futuro anche nella tempesta causata dalla pandemia.
San Giovanni Paolo II, al secolo Karol Józef Wojtyła, nacque a Wadowice, città a 50 km da Cracovia, il 18 maggio 1920. Karol si ritrovò ad affrontare diverse prove fin da piccolo: a 9 anni perse la madre, e in seguito subì le conseguenze dell’occupazione nazista della Polonia.
Nel 1938 il futuro pontefice si iscrisse all’Università Jagellónica di Cracovia. Tuttavia, quando le forze di occupazione naziste chiusero l’Università l’anno dopo, il giovane Karol cominciò a lavorare in una cava, ed in seguito nella fabbrica chimica Solvay, per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania.
Il giovane Karol si sentì ben presto chiamato al sacerdozio. Per questo, dal 1942, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia. Dopo la guerra, Karol Wojtyła riuscì a terminare gli studi e ad essere ordinato sacerdote nel 1946.
Quando Karol Wojtyła venne eletto Papa era il 16 ottobre 1978. Era il primo Papa slavo in assoluto, e il primo Papa non italiano dai tempi di Adriano VI. Nel suo discorso di apertura del pontificato, Giovanni Paolo II ribadì di voler portare avanti l’eredità del Concilio Vaticano II. Il suo obiettivo era accorciare le distanze tra la Chiesa e il popolo di Dio, e soprattutto avvicinarsi ai giovani, per i quali aveva un’attenzione particolare.
Un evento segnante della sua vita è sicuramente quello del 13 maggio 1981. Il Papa si trovava in Piazza San Pietro, quando fu ferito gravemente con un colpo di pistola dal turco Alì Agca. In seguito, Giovanni Paolo II fece visita in carcere all’uomo che tentò di assassinarlo, e lo perdonò di cuore.
L’impegno di Papa Wojtyła per la pace e la dignità dei popoli è testimoniato dalle sue visite pastorali e dai suoi numerosi viaggi nei cinque continenti. Nel 1990, San Giovanni Paolo II si recò in visita anche a Napoli, città dalla quale fu accolto con grande calore. Lo testimonia una sua lettera scritta in seguito alla visita pastorale:
“Sono grato soprattutto al popolo di Napoli per l’abbraccio affettuoso col quale mi ha accolto. Dei sentimenti di questo popolo, nato al cristianesimo sin dai tempi apostolici e rimasto sempre fedele a Cristo e alla sua Chiesa, ho avuto saggi significativi durante gli anni del mio Pontificato. Avevo un debito con questa città; ed eccomi qui per assolverlo.
Visitare Napoli significa ripercorrere oltre due millenni di storia di una delle culture più ricche d’Europa; significa leggere, attraverso le stratificazioni di civiltà che qui si sono succedute, la formazione di una città singolare, trovatasi all’incrocio delle vie percorse dalle popolazioni che hanno fatto la storia d’Europa; significa impegnarsi a capire come e perché da queste vicende siano derivate la ricchezza umana del popolo napoletano, insieme ai drammi che ne hanno segnato il cammino della storia e ne segnano tuttora la vita quotidiana”.
In quell’occasione, il Papa riprese un appello lanciato nel 1979, in occasione della sua visita precedente: “Napoli merita un interesse speciale; esige una diretta sollecitudine; Napoli ha bisogno di sperare!”. Una testimonianza dell’attenzione che un grande uomo riservava a una grande città.
San Giovanni Paolo II è morto a Roma, nel Palazzo Apostolico Vaticano il 2 aprile 2005. È stato beatificato il 1° maggio 2011 da Benedetto XVI, e il 27 aprile 2014 è stato canonizzato da Papa Francesco.
Fonti:
vatican.va
santiebeati.it