Torna in Campania, dopo quasi sessant’anni, la coltivazione delle arachidi, per offrire nuove opportunità alle imprese agricole, messe in ginocchio anche loro dalla crisi conseguente al coronavirus.
La Campania, la quale è stata la principale produttrice in Italia di questo prodotto fino agli anni ’60, con impiego del seme soprattutto per l’estrazione dell’olio, ha, negli anni, subito una battuta d’arresto in seguito alle scelte delle industrie di trasformazione che oggi giorno importano oltre il 95% di arachidi, provenienti soprattutto dall’Egitto e dagli USA.
Il seme è fornito dalla SIS di Bologna, primaria azienda sementiera italiana e i primi campi sperimentali sono stati quelli tra il Sannio e l’Irpinia, precisamente Calvi e Montoro, i quali hanno dato il via, con la prima semina avvenuta lo scorso 12 Maggio, al progetto Arachidi in Campania (ArCamp).
Il programma è frutto di una collaborazione tra Coldiretti Campania, la Vincenzo Caputo Srl, storica azienda di Somma Vesuviana specializzata nella lavorazione di frutta a guscio, la SIS – Società Italiana Sementi, il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e la startup Farzati Tech, impegnata nel lancio della tracciabilità tramite tecnologia BluDev.
Ad occuparsi della distribuzione sul territorio sarà l’azienda Caputo, la quale immetterà il prodotto, sia in guscio che tostato, non fritto e senza sale, sul mercato della grande distribuzione con un packaging ad alta sostenibilità.