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Ristoratore napoletano ad Arezzo: “Mi danno del fro**o di m***a. A Napoli mai successo”

Chiamate anonime ed insulti omofobi ad un ristoratore di Arezzo originario di Napoli.

E’ assurdo come nel 2020 si stia ancora a parlare di omofobia, violenza verbale e fisica contro i gay. Secondo un sondaggio online fatto dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali su un campione over 15 di quasi 150.000 persone, (139.799 per l’esattezza), sei persone LGBT+ su dieci hanno paura a dare la mano al proprio partner per strada.

Ben il 61% delle persone protagoniste di questa indagine cerca di evitare dimostrazioni di affetti in pubblico, come ad esempio, tenersi per mano; Il 33% invece evita determinati luoghi per la paura di aggressioni o molestie, ben il 58%, infatti, ha subito minacce, abusi o addirittura violenze fisiche negli ultimi 5 anni, di questi ultimi pochissimi sono quelli che decidono di sporger denuncia, appena 1 su 10. Una notizia sicuramente positiva è che l’Italia, insieme al piccolo Lussemburgo, è la Nazione dove si denuncia di più: lo fa il 19%.

E proprio oggi parliamo di una denuncia da parte di un ristoratore di Arezzo, Mariano Scognamiglio, originario di Napoli. Dopo aver partecipato, insieme al suo compagno, alla trasmissione di Sky – Alessandro Borghese 4 ristoranti – il ristoratore ha iniziato a ricevere telefonate anonime con minacce e insulti omofobi, “sei un fr**** di m****”.

Mariano non ha perso tempo e ha denunciato l’accaduto alla polizia postale e sul proprio profilo facebook, chiedendo ai suoi clienti di non chiamarlo con numeri anonimi per ovvie ragioni. Ecco le sue parole:

Mi stanno iniziando a chiamare dicendomi che sono un f***** di m****, avevano accento toscano. Poi hanno messo il modificatore della voce e mi stanno tempestando di chiamate con il numero anonimo. Non mi posso proteggere perché c’è un numero anonimo, non posso fare nulla, non siamo protetti dalla legge. E’ da stamattina che ricevo offese, continue telefonate, sono stanco e dispiaciuto. Hanno fatto la scoperta che sono gay, diamogli un premio. Non ho intenzione di cambiare numero del ristorante, è un mondo così piccolo che a volte ti chiedi “ma chi me lo fa fare?”. In 50 anni di vita a Napoli nessuno si è mai permesso di dirmi questo. Invece di pensare che non ci sono soldi, che siamo in una crisi sociale, il divertimento di questa gente è darmi del f*****“.