Ad aprile dello scorso anno, per la prima volta fu fotografato il buco nero. Un’immagine ottenuta grazie ai radiotelescopi dell’Event Horizon Telescope (EHT), progetto che combina i dati raccolti da 8 telescopi in modo da creare una sorta di “telescopio virtuale”. Dunque si trattava di una fotografia sviluppata tramite una ricostruzione, come una sorta di ombra del buco nero, che però ha fatto capire come è fatto il corpo celeste e ha confermato le previsioni teoriche di Albert Einstein.
Nel team di oltre duecento ricercatori era presente anche una scienziata napoletana. Si tratta di Mariafelicia De Laurentis, docente di astrofisica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e membro della collaborazione EHT (Event Horizon Telescope), coordinatrice del gruppo di analisi teorica dell’esperimento. Per questa scoperta la ricercatrice doveva essere premiata oggi insieme a tutto il team, all’Università di Berna con la Medaglia Einstein.
Anche se la cerimonia è stata rimandata a data da destinarsi a causa dell’emergenza Coronavirus, il premio resta e per la prima volta, è andato a tutta la squadra.
“Il premio – spiega la scienziata Mariafelicia De Laurentis in un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno – viene assegnato con cadenza annuale dalla Albert Einstein Society a scienziati che hanno ottenuto risultati eccezionali e che hanno in qualche modo cambiato la storia della fisica. Il primo a riceverla nel 1979 fu Stephen Hawking. In genere la medaglia è assegnata a una persona, raramente a due, ma questa volta la commissione ha deciso che le circostanze specifiche hanno richiesto che il premio andasse all’intera collaborazione. Per noi scienziati che lavoriamo in questo campo è un premio molto importante, un grande onore e un meraviglioso riconoscimento dei nostri sforzi e risultati come squadra”.
“Io sono in EHT dal 2015, prima ero in Germania alla Goethe University di Francoforte. Poi nel 2018 sono rientrata in Italia e quindi la Federico II e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sono entrati in EHT. L’Italia ha contribuito solo scientificamente e al momento non ci sono altre persone né laboratori coinvolti o soldi investiti dall’Italia in questa impresa”.
Nell’EHT, presso cui De Laurentis è membro dello Science Council, sono presenti circa 20 donne tutte determinate che si fanno valere in un campo in cui secondo molti solo gli uomini possono primeggiare, spiega la scienziata: “Siamo ancora troppo poche ma molto determinate e ci facciamo valere. Purtroppo ci sono ancora molti pregiudizi riguardo le donne, c’è un retaggio culturale secondo il quale solo gli uomini possono primeggiare in certe discipline e se una donna li scavalca, apriti cielo. Ma, essendo una persona positiva e ostinata, cerco sempre di trasformare queste “difficoltà” in opportunità”.
Poi conclude dicendo che a causa della pandemia: “Abbiamo dovuto fermare la campagna di osservazioni, ma non il nostro lavoro. In particolare, siamo focalizzati sull’immagine di Sagittarius A*, il buco nero al centro della nostra galassia. Su questo siate pronti perché presto vi stupiremo”.