Acqua ossigenata per prevenire il contagio da Coronavirus. È quello che riporta uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Infection Control & Hospital Epidemiology della Cambridge University sul numero di aprile 2020. La ricerca è stata portata avanti da degli studiosi napoletani tra cui Antonio Del Prete, docente di oftalmologia alla Federico II di Napoli, insieme ad altri suoi colleghi.
Lo studio mostra come l’acqua ossigenata, conosciuta in campo medico come perossido d’idrogeno, può essere utilizzata come antisettico del cavo orale. Questo può avvenire grazie a regolari sciacqui della mucosa orale, con una concentrazione al 3%, effettuandoli 3 volte al giorno, mentre l’1,5% può essere utilizzato attraverso la nebulizzazione, comunemente conosciuta come l’aerosol, per le cavità nasali due volte al giorno. Insieme all’acqua ossigenata può essere utilizzato lo iodopovidone allo 0,6% come collirio 2 volte al giorno.
Insieme a lui, lo studio è stato redatto da Arturo Armone Caruso, direttore sanitario dell’Aias di Afragola e Responsabile dell’Uo di Diagnostica Orl e Citologia Nasale; Antonio Ivan Lazzarino, ricercatore all’Agency of clinical research and medical statistics di Londra; Lucia Grumetto, docente del dipartimento di Farmacia della Federico II; il medico Roberto Capaldi.
Da alcuni studi sul Coronavirus è emerso che questo resta sul muco che ricopre le cellule epiteliali e poi progredisce e si replica. In questa fase il virus risulta essere più debole e può essere aggredito prima che raggiunga la mucosa tracheale. Questo passaggio, come dimostrato sui macachi, avviene dopo 2 giorni dall’infezione.
L’efficacia dell’acqua ossigenata sul Coronavirus è già stata dimostrata per le superfici inanimate, così come lo iodopovidone può distruggere il virus in 1 minuto.
Già erano conosciute le potenzialità dell’acqua ossigenata come antisettico e partendo da queste conoscenze, si potrà vedere l’efficacia di questo studio attraverso la riduzione del numero di pazienti ospedalizzati e di complicanze respiratorie da chi è positivo al virus. Gli studiosi chiedono di fare rapidi studi su ciò che hanno osservato attentamente per mostrare i benefici dell’acqua ossigenata sia in pazienti positivi che negativi nella riduzione delle complicanze della malattia.