Suo malgrado, o forse era quello il suo intento, il sindaco di Avellino Gianluca Festa ieri è finito nell’occhio del ciclone.
A scatenare l’ira di tutti è stato l’assembramento a cui ha partecipato in prima persona la notte di sabato scorso. Accerchiato dai ragazzi, il sindaco di Avellino aizzava cori da stadio, “Noi non siamo salernitani” (palesemente contro il Governatore De Luca), e altri cori e balli.
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Numerosi i video che l’hanno ripreso durante questo atto sconsiderato. Perché se è vero che bisogna ripartire, bisogna anche portare rispetto per le persone che hanno perso i propri cari durante questi tragici mesi, e aizzare cori e fregarsene delle regole non è il modo giusto.
L’Unità di Crisi della Regione Campania non ha fatto attendere un suo intervento e chiede al Prefetto di Avellino di agire di conseguenza dopo ciò che è accaduto.
“L’Unità di Crisi della Regione Campania ha scritto al Prefetto di Avellino esprimendo viva preoccupazione per quanto si è verificato la scorsa notte nel pieno centro del capoluogo irpino dove, con documentazione di video e foto, si sono registrati assembramenti in palese contrasto con le Ordinanze regionali e le norme nazionali in vigore, con grave rischio sanitario.
L’Unità di Crisi ha chiesto alla Prefettura di mettere in campo tutte le azioni sanzionatorie e di contrasto al possibile ripetersi di tali gravi eventi“.
Dal canto suo, il sindaco Festa non è sembrato pentito né in un post sul suo profilo Facebook né in diretta tv al programma “Live non è la D’Urso”, catechizzando chi lo ha criticato e difendendo la sua scelta di essere a contatto con il suo popolo. Ecco le sue parole:
“C’è chi i giovani li attacca e demonizza. E non mi sembra abbia ottenuto risultati. Io con i giovani sono a mio agio, da sempre. Per questo ieri sera ho deciso di fare un sopralluogo nell’isola pedonale, per assicurarmi che anche la ripresa della movida fosse nel pieno rispetto delle regole.
Devo dire che ho trovato un clima tranquillo e allegro. Mi sono soffermato a salutare molti giovani che ho incontrato lungo il mio percorso, entusiasti per la ritrovata libertà. Ho colto questa bella occasione di incontro per stimolarli alla responsabilità e per spiegare loro che è bene essere ancora attenti, la libertà arriverà ma adesso bisogna continuare a seguire le regole in sicurezza.
Mi sono trattenuto qualche minuto con loro, con fare scherzoso e goliardico: sono profondamente convinto che il dialogo sia sempre la strada maestra, che per comunicare con i giovani occorrano empatia ed ascolto, mai contrapposizione e rigidità.
A qualcuno dà fastidio che io sia a contatto con la mia gente? Qualcuno mi preferirebbe dietro a una scrivania a firmare norme restrittive? Io sono il sindaco degli avellinesi. E dove c’è la vita di Avellino ci sono io. Guardate altrove, qui ci sono io a tenere tutto sotto controllo“.