L’hanno ribattezzata ‘Operazione Mazzetta Sicula’ per l’ingente carico di denaro dato per corrompere chi di dovere e trovato nel terreno di una discarica di Lentini, città siciliana in provincia di Siracusa. Nella più grande discarica dell’isola, la Guardia di Finanza ha trovato un milione di euro in contanti nascosti in barili. Lo ha annunciato il ministro per l’ambiente Sergio Costa in un post sul suo profilo Facebook.
Queste le sue parole:
“Sembra una scena tratta dalla serie Breaking Bad o Narcos… invece è la realtà. E’ successo a Catania: come vedete dalle immagini sono stati trovati, scavando nel terreno, un milione di euro in contanti nascosti in barili. Soldi, chiaramente, sporchi dal traffico illecito di rifiuti. Grazie a un’operazione della Guardia di Finanza sono state arrestate 5 persone e un impero da oltre 110 milioni è finito sotto sequestro. Hanno inquinato le falde acquifere, il sottosuolo, e hanno avvelenato l’aria solo per ricavarne grossi guadagni.
Ogni giorno vengono denunciate o arrestate persone per traffico illecito di rifiuti e inquinamento, il lavoro per riportare la legalità nel nostro Paese è ancora tanto. Ma queste operazioni vanno nella direzione giusta. Guerra contro questi inquinatori seriali senza scrupoli fino alla fine!”.
La guardia di Finanza, attraverso il proprio sito, ha pubblicato nel dettaglio l’intera operazione e ha eseguito un’ordinanza di misure cautela emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di 9 persone (2 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti alle misure cumulative dell’obbligo di presentazione alla P.G. e di dimora) indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché per concorso esterno in associazione di tipo mafioso.
Come si legge sul sito:
“I fatti sono risalenti agli anni 2018 e 2019 e sono essenzialmente connessi all’illecita conduzione della discarica di Lentini (SR), la più estesa della Sicilia, gestita dalla “S.T.” nonché alle “pressioni” esercitate da esponenti del clan mafioso dei Nardo (storici alleati di cosa nostra etnea) finalizzate ad ottenere l’affidamento di un chiosco presente all’interno dello stadio della squadra di calcio “S.L.” attualmente militante nel campionato professionistico di prima divisione. La suddetta misura reale preventiva, afferente a un patrimonio societario complessivamente stimabile in circa 110 milioni di euro, precede la fase di contradditorio prevista dal D.Lgs.n.231/2001 (responsabilità amministrativa delle persone giuridiche) all’esito della quale il G.I.P. etneo determinerà l’eventuale nomina di un commissario giudiziale. Ulteriori misure cautelari reali eseguite dai Finanzieri etnei sono il sequestro preventivo di oltre 6 milioni di euro finalizzato alla confisca del profitto illecito originante”.
Al 20 di ogni mese avveniva la riscossione della mazzetta del valore di 5 mila euro.