Il problema dell’obesità potrebbe rappresentare un vero e proprio pericolo nell’era post lockdown. A lanciare l’allarme sono i ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Calabria.
L’articolo, intitolato “Effetto Pandemia”, è stato pubblicato sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition. In esso si legge: “I cardiologi si preparino ad affrontare il probabile aumento dell’obesità che seguirà alla pandemia. Gli stati si preparino a intraprendere un’obbligatoria azione globale a sostegno di una dieta sana. Oltre ad incentivare l’attività fisica per incoraggiare le persone a tornare a corretti stili di vita”.
La quarantena ha comportato una drastica riduzione dell’attività fisica. Molti hanno adottato un regime alimentare piuttosto malsano. Ciò influirebbe negativamente sulle malattie cardiovascolari, riprendendo quanto successo nel lontano 1918 dopo la fine dell’epidemia di Spagnola.
“All’epoca, i decessi causati da eventi cardiovascolari avevano superato quelli per altre cause, inclusa la polmonite sovrapposta. Questo fenomeno potrebbe riproporsi anche per l’epidemia di Covid“.
L’emergenza Coronavirus ha diffuso stati di confusione, rabbia, ansia e stress post-traumatico. Ciò ha indotto le persone a mangiare male. Inoltre, a causa della paura della mancanza di cibo, ha orientato gli acquisti verso prodotti a lunga conservazione, a discapito di quelli freschi.
Per questo motivo è stato registrato un aumento di peso e una riduzione nell’assunzione di antiossidanti, ovvero frutta e verdura. Di contro, la mancanza di sport ha provocato un aumento dello stato infiammatorio nell’organismo. Nonostante molti abbiano praticato allenamenti domestici, gli autori hanno sottolineato che questi ultimi, senza la supervisione di un esperto, avrebbero potuto causare gravi lesioni di lungo termine.
“Non possiamo escludere che i cambiamenti nello stile di vita persistano dopo la pandemia. All’emergenza sanitaria si è, infatti, aggiunta quella economica. Sarà necessario rivalutare il rischio cardiovascolare” – concludono, sottolineando il pericolo connesso all’aumento dell’obesità.