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Napoli. Neoborbonici: “Rimuovete le statue dei nostri invasori dalle piazze del Sud”

Il Movimento Neoborbonico, da sempre attivo per ricostruire la storia del Mezzogiorno e porre dubbi sulla questione meridionale, ha inviato al sindaco di Napoli e ai sindaci delle principali città meridionali una richiesta molto particolare.

Ovvero quella di rimuovere alcune delle celebri statue dalle piazze e di modificare i nomi delle strade intitolate a diversi e controversi personaggi legati alla storia dell’unità d’Italia, da loro considerati come invasori.

I neoborbonici, infatti, pur dichiarandosi contrari a qualsiasi atto violento o dannoso contro le statue e i monumenti dovunque essi siano, affermano che, alla luce di nuovi studi sempre più documentati e diffusi, sia doveroso prendere in considerazione l’idea di eventuali modifiche a molti nomi delle strade della città di Napoli.

Da Garibaldi e i Savoia che, consapevolmente o meno, diedero inizio di fatto alla questione meridionale a Caracciolo, che tradì il giuramento fatto alla sua patria napoletana contribuendo nel 1799 alla morte di migliaia di meridionali, da Cialdini, artefice di massacri simili dopo il 1860, allo stesso Giuseppe Pica che firmò la legge che consentiva massacri e deportazioni fino a Nicola Amore, artefice della dipartita degli operai di Pietrarsa.

Statua Nicola Amore – Piazza Vittoria

Sono solo alcuni dei nomi da loro citati e che vorrebbero fortemente fossero rivalutati.

Il nome di una strada o di una piazza è importante e dà memoria ad una città. Ma, pur senza cancellare la storia, è opportuno tenere conto dei nuovi studi e concedere più spazio alle tante eccellenze del nostro territorio e meno spazio a chi non ha difeso o rappresentato adeguatamente lo stesso territorio o a chi non ha alcun legame con la nostra cultura, come di recente è avvenuto a Napoli con strade dedicate a politici e cantanti.

Proprio recentemente, infatti, il Movimento Neoborbonico, si era schierato anche a favore del Dottore Paolo Ascierto, eccellenza medica campana e vittima di un servizio di Striscia la Notizia, nel quale veniva accusato di essere un imbroglione.