A partire dall’inizio di questa settimana, nel rispetto delle norme di prevenzione adottate dalla Conferenza Stato Regioni, in tutto il Paese possono ripartire fiere e sagre. Ogni estate, circa 8 italiani su 10 partecipano ad eventi enogastronomici e folkloristici locali. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti/Ixè sugli effetti delle ordinanze regionali dalle regionali che in molti casi si sono avvalse della possibilità di anticipare le aperture nel rispetto del nuovo Dpcm dell’11 giugno.
Secondo il monitoraggio della Coldiretti, molte sono le regioni che già a partire dall’inizio di questa settimana sono pronte a ripartire con l’organizzazione di fiere e sagre locali.
Una mossa necessaria per cercare di dare un impulso al turismo dopo i risultati poco incoraggianti del mese di giugno in cui appena 3,1 milioni di italiani hanno deciso di fare una vacanza, anche breve, meno della metà dello stesso periodo dello scorso anno (-54%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Completamente fermi gli arrivi dei turisti provenienti da Paesi extracomunitari come Giappone, Cina e Stati Uniti mentre segnali ancora deboli arrivano da Germania e Nord Europa.
“Le sagre sono dunque un’opportunità importante soprattutto in quei territori dove si sta tornando alla normalità per sostenere – spiega Coldiretti – la ripresa delle attività economiche ma anche per contribuire in modo determinante al turismo di prossimità per la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane alleggerendo gli affollamenti nei luoghi turistici più battuti, dal mare e nelle città d’arte“.
Sagre, fiere e mercati fanno parte della cultura del nostro paese e sono dedicate alla scoperta di prodotti tipici dell’enogastronomia locale. Infatti il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.
“Acquistare prodotti a chilometri zero direttamente dai produttori è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale. La ripartenza turistica della ristorazione si ripercuote a valanga sul sistema produttivo industriale ed agricolo Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Il cibo – continua la Coldiretti – è diventato il vero valore aggiunto della vacanza Made in Italy con l’Italia che è leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa con 299 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e il primato della sicurezza alimentare mondiale.
“Con l’arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa, infatti, anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare o nelle città“, spiega la Coldiretti.