Carlos Ruiz Zafòn si è spento a Los Angeles, a 55 anni, dopo una lunga malattia.
Lo scrittore catalano è noto in tutto il mondo per il suo romanzo L‘ombra del vento: il primo best seller spagnolo della sua generazione ad aver avuto un successo commerciale mondiale.
La notizia è stata diffusa dal suo editore spagnolo, Planeta: “Oggi è un giorno molto triste per tutta la casa editrice: nei vent’anni in cui ci siamo conosciuti e abbiamo lavorato insieme, si è creata un’amicizia che trascende il rapporto professionale”.
E’ autore della quadrilogia, intitolata “Il Cimitero dei libri dimenticati”, che è iniziata con L’ombra del vento ed è proseguita con Il gioco dell’angelo (2008), Il prigioniero del cielo (2012) e Il labirinto degli spiriti (2016), tutti editi da Mondadori e tradotti da Bruno Arpaia.
Proprio quest’ultimo, napoletano nativo di Ottaviano, è diventata la “voce italiana” di Carlos Ruiz Zafòn.
“Un’altra notizia dolorosa, che mi colpisce come uno schiaffone. Apprendo all’improvviso che se n’è andato Carlos Ruiz Zafon, del quale ero il traduttore. Era una persona gentile, cortese, gradevole, simpatica. RIP, Carlos. Ma che anno di merda…“, è il messaggio su Twitter di Arpaia.
“Ho cominciato a tradurre Zafón quando era già un autore di enorme successo e “L’ombra del vento” (che non ho tradotto io) era già stato ai vertici delle classifiche in tutto il mondo“, diceva il giornalista e scrittore napoletano in un’intervista a thrillernord.it.
“Ho incontrato una persona estremamente affabile e generosa, – diceva – molto sensibile sul piano umano, per nulla cambiata dal successo. È stato anche gentilissimo perché, trovandosi a Barcellona quando io presentavo il mio romanzo Qualcosa, là fuori uscito in spagnolo, è venuto a trovarmi in libreria e ad augurarmi buona fortuna. Nessuno lo costringeva a farlo. È stato un gesto di stima e di amicizia che ho apprezzato moltissimo”.