Tesserino da professionista a Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra 35 anni fa
Giu 29, 2020 - Daniela Dalli
Giancarlo Siani, giornalista Napoletano, assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985.
L’Ordine nazionale dei giornalisti e quello della Campania hanno deciso di conferire il tesserino di giornalista professionista alla memoria del giornalista napoletano Giancarlo Siani, una vittima innocente di camorra, ucciso a colpi di pistola il 23 settembre del 1985, a soli 26 anni.
Giancarlo, giornalista de Il Mattino di Napoli, aveva una grande passione per il giornalismo e il suo sogno è sempre stato quello di diventare un giornalista a tutti gli effetti e riuscire ad ottenere il tesserino.
Sono trascorsi ormai 35 anni dalla morte di Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra la sera del 23 settembre 1985, dietro piazza Leonardo, al Vomero, quartiere in cui era nato e cresciuto. Oggi quel tesserino verrà consegnato alla memoria di Siani. La consegna ufficiale del tesserino avverrà a settembre direttamente nelle mani dei familiari di Giancarlo durante le “Giornate” in sua memoria.
L’Ordine spiega che si tratta di una decisione che “Mira a valorizzare ulteriormente il grande impegno professionale di Giancarlo il cui lavoro è da tempo un simbolo per la nostra professione. Un simbolo per l’informazione corretta, pulita e libera da qualsiasi condizionamento”.
“Consegnare a Giancarlo 35 anni dopo la sua barbara uccisione il tesserino di giornalista professionista è un gesto altamente simbolico, che mi commuove e mi fa pensare“, afferma il fratello di Giancarlo, Paolo Siani, medico e oggi deputato del Pd. “Mi commuove perché credo che lui quel tesserino lo desiderasse davvero. Mi fa pensare perché l’Ordine dei Giornalisti sceglie da che parte stare. E ha scelto la parte più difficile, quella che non va in tv, che non urla ma che cerca le notizie, anche quelle più scomode”. Il tesserino “Lo dedicheremo a tutti quei ragazzi che vogliono fare i giornalisti in territori difficili e a tutti quei giornalisti che, benché minacciati dalle mafie, continuano a fare il loro dovere e a informarci per la nostra libertà. In fondo questo è il modo migliore per ricordare il sacrificio di Giancarlo”, conclude Paolo Siani.