Il prestigioso quotidiano americano ‘New York Times’ dedica un articolo alla Serie A e al nuovo presidente Paolo Dal Pino. Una lunga intervista in cui il numero uno della Lega ipotizza una riapertura degli stadi ai tifosi a partire da luglio. Il calcio giocato infatti non può prescindere dal dodicesimo uomo.
L’articolo ricorda come prima dell’arrivo di Dal Pino, la Lega era spaccata in due fazioni. Da un parte Claudio Lotito, dall’altro la Juve con Aurelio De Laurentiis ad essere una delle tante voci influenti. Difficile quindi stabilire una linea comune per l’inizio della stagione dopo il coronavirus e invece proprio grazie alla pandemia la Lega si è trovata più unita e compatta nel prendere delle decisioni.
Come spiegato da Dal Pino:
“Non giocando, si sono evitate discussioni in cui si criticano gli arbitri o i giocatori, non avendo le controversie, ciò ha portato a rimuovere molta tensione tra i diversi club”.
Secondo il ‘New York Times’ la Serie A non è più un’attrattiva per i giocatori migliori del pianeta, ci sono episodi di razzismo che hanno spinto giocatori di colore a rifiutare di venire in Italia, i club sono schiacciati dagli ultras di destra e gli stadi sono semi-vuoti. La finale di Coppa Italia tra Napoli e Juve aveva portato davanti allo schermo oltre 10 milioni di persone ma la Serie A è ancora lontana dai suoi fasti. Lo stop al campionato avrebbe inciso in maniera definitiva su questa situazione con ripercussioni anche da un punto di vista economico legato ai diritti tv. Ma Dal Pino ora guarda in avanti e immagina stadi pieni già da luglio:
“Dobbiamo essere prudenti e pazienti, ma siamo fiduciosi che se la situazione sanitaria continuerà a migliorare, il graduale ritorno dei tifosi negli stadi sarà una realtà, forse anche a partire dal prossimo mese”.