Il Mercato Ortofrutticolo di Volla rischia ancora la chiusura. Il tempo ormai stringe. Il 14 luglio il luogo sarà spostato per dei lavori, ma in realtà non si sa bene se ci sarà una nuova dislocazione. Purtroppo la vertenza è molto complessa e impiega diverse forze in campo. Vittime di questo andirivieni di correnti sono solo i lavoratori, che hanno come unica fonte di sussistenza il lavoro all’interno di quello spazio.
Innanzitutto bisogna spiegare una cosa, ossia che lo spostamento avverrà per circa due o tre mesi a causa di lavori all’interno del mercato. Il vero problema rappresenta il fatto che dietro a quest’operazione c’è l’acquisizione dello spazio da parte di un Ente napoletano, il CAN, Centro Agroalimentare Napoletano, il quale, grazie all’incosciente giunta precedente, si è letteralmente impossessato di un bene comune storico vollese ed ora avanza delle richieste impossibili.
Il tutto ci viene spiegato da Antonio Russo, portavoce dei lavoratori della struttura, il quale oltre ad occuparsi in prima persona di questa faccenda, ha convocato diverse riunioni con gli esponenti della politica locale. Qualche giorno fa si è svolta un’altra assemblea, nella quale erano presenti Pasquale Montanino, Ivan Aprea, Maria Rosaria Bonacore, Pasquale Petrone, Domenico Viola, Andrea Viscovo e Gennaro De Simone.
Pasquale Montanino, rappresentante della lista civica Verso il Futuro, è il presidente della Commissione di bilancio, programmazione economica, tributi, patrimonio e fa parte della commissione Programmazione servizi comunali e personale. Anche Ivan Aprea è stato eletto nelle file dei Verso il Futuro ed è membro della commissione per il commercio, lo sviluppo, le attività produttive, la viabilità e i trasporti, della commissione Politiche sociali, problematiche giovanili, politiche abitative ed è Vicepresidente della commissione permanente di controllo.
Maria Rosaria Bonacore, esponente del PD, opera nella commissione Indirizzi urbanistici, tutela dell’ambiente, difesa del suolo, nella commissione Politiche sociali, problematiche giovanili, politiche abitative ed è presidente della commissione Programmazione servizi comunali e personale. Pasquale Petrone invece è un consigliere dell’UDC e ricopre il ruolo di vicepresidente della commissione Bilancio, programmazione economica, tributi, patrimonio e fa parte della commissione Commercio, sviluppo, attività produttive, viabilità, trasporti.
Domenico Viola, anche egli membro del PD, fa parte della commissione Commercio, sviluppo, attività produttive, viabilità, trasporti e di quella Permanente. Andrea Viscovo, noto avvocato del paese, attivista di Libertà e Autonomia Noi Sud, opera nella commissione Bilancio, programmazione economica, tributi, patrimonio, in quella per le Politiche sociali, problematiche giovanili, politiche abitative ed è presidente della Permanente di controllo. Gennaro De Simone, storico membro del PDL, fratello di Achille, recentemente scomparso, attivo nella commissione Promozione e formazione culturale, attività sportive, ricreative, pubblica istruzione, in Programmazione servizi comunali e personale ed è vicepresidente della commissione Politiche sociali, problematiche giovanili, politiche abitative.
Insomma oramai l’emergenza ha attirato le attenzioni dei maggiori esponenti della politica locale. Il problema, non appena è stata aperta la riunione, è stato esposto da Antonio Russo. Il CAN, grazie al beneplacito della precedente amministrazione, dopo essersi appropriato del bene, ha avanzato delle proposte inaccettabili, che avrebbero sicuramente causato l’obbligato abbandono dei lavoratori del mercato, e la sua conseguenziale chiusura. Il dubbio è che questo sia l’obiettivo principale, per scalzare forse la concorrenza o per ampliare i propri commerci.
In realtà l’ipotesi della chiusura definitiva era già stata avanzata, se non si fossero accorpati Mercato e CAN. Lo stesso però che adesso richiede 100o euro al mese per ogni commissionario più un ticket di entrata di 5 euro, di cui 3 a loro. Considerando che i commissionari sono 7 e che le spese di acqua, luce e manutenzione rimane a carico dei lavoratori, questi, neppure se lavorassero 24 ore al giorno, potrebbero resistere a tali spese.
Allora i suddetti politici hanno appoggiato una proposta avanzata dagli stessi lavoratori, ossia di abbassare a 400, gli euro da dare ai commissionari al mese, e di ridurre a 3 il ticket d’entrata, dandone di questi, due al CAN. Presa la parola il consigliere Bonocore, in realtà si viene a sapere che potrebbe anche essere proposta l’idea di dare 6000 euro all’anno al CAN e che comunque la proposta dei mercanti è del tutto lecita. Viceversa quella dell’ente napoletano è chiaramente insostenibile. Inoltre fa sapere che la genuinità dei prodotti del mercato potrebbero introdurlo nel ‘EXPO 2015.
Il consigliere Aprea fa sapere che i sindaco sta dal CAN, cercando di farlo ragionare. Inoltre ribadisce che questo problema è una teribbile eredità della vecchia amministrazione. Dopo l’intervento del consigliere Montanino, prende la parola una lavoratrice del posto, la quale ci tiene a precisare che con l’arrivo del CAN, non ci sono stati ne miglioramenti ne garanzie. Il consigliere conferma quel che è stato detto.
Manfellotti spiega che, così come è stato gestito il Mercato e secondo gli obiettivi per cui era nato, ad oggi giorno si può parlare di un vero e proprio fallimento delle varie amministrazioni che si sono susseguite. Ribadisce inoltre che è impossibile essere assoggettati ad un ente che non appartiene al territorio. Alla domanda :<< perché non si può deliberare già qualcosa, affinché il mercato venga tutelato?>> risponde Pasquale Petrone, che spiega come in questi giorni si sia riunita una commissione che è ancora a lavoro per risolvere questo problema, ma che per il momento può garantire che il mercato non chiuderà.
Ribadisce inoltre che il Comune deve farsi carico di questa vertenza e che il sindaco deve imporsi sull’ente di Napoli, in quanto questo territorio è amministrato da lui e il CAN deve rispettare le decisione di questa amministrazione. Mimmo Viola, continuando su questa falsa riga, spiega che il problema sta a monte, ovvero che un ente napoletano con una realtà locale è incompatibile. Quando Viscovo dichiara però che tutte le forze politiche sono d’accordo sul da farsi circa il Mercato Ortofrutticolo, Gennaro De Simone risponde che la maggioranza è spaccata sulla questione, causando reazioni anche forti di malcontento, all’interno dei lavoratori presenti.
Una cosa è certa. Il mercato,dopo lo spostamento, non può assolutamente chiudere. E’vergognoso vedere famiglie intere di lavoratori, ridotte in miseria a causa degli scempi della vecchia amministrazione e delle prepotenze del CAN. Davvero la sete di denaro può arrivare a tanto, gettando in mezzo ad una strada famiglie numerose, composte anche da bambini?