Pedofilia e abusi famigliari. Fa orrore quanto scoperto dai carabinieri del Comando provinciale di Cervinara, comune di 9 mila abitanti in Provincia di Avellino. A essere abusata da anni era una bambina di appena 5 anni. Le violenze purtroppo avvenivano dalle persone più care e dentro le mura domestiche, con la mamma che sapeva ed era complice degli aguzzini della figlia.
Una storia che se confermata mostra tutta la cattiveria dell’animo umano. Ad accendere i riflettori su questa vicenda è stata un’inchiesta della Procura di Avellino che è partita dalla denuncia della comunità educativa dove era ospite la bambina. Come sottolineato dalla Procura, si tratta di “violenze gravi e ripetute che avvenivano all’interno delle mura domestiche in una palazzina di Cervinara”. In carcere sono finiti due uomini molto vicini alla piccola. Gli abusi infatti avvenivano da parte del nonno e del compagno della zia. Il nonno, di 54 anni originario di Cervinara, e un 30enne di San Martino Valle Caudina, compagno di una zia della piccola sono finiti in carcere e devono ora rispondere di violenza sessuale aggravata.
Una storia resa ancora più assurda dalla notizia della connivenza della madre che sapeva degli abusi del nonno e dello zio. Anche lei è indagata ma al momento resta a piede libero. Le indagini sono state avvalorate dagli esami clinico-specialistici e dall’analisi psicologica a cui è stata sottoposta la bambina e che hanno confermato le violenze.
Sono sempre di più ultimamente gli episodi che riguardano la pedofilia e interessano anche i giovanissimi. Come la ‘chat dell’orrore’ recentemente scoperta dalla Polizia, dove il più grande del gruppo aveva 17 anni e il più piccolo 13. A essere inviati e condivisi erano immagini con contenuti a carattere pedopornografico e cosiddetti ‘file gore’, con video di suicidi, decapitazioni, squartamenti e mutilazioni di persone e in qualche caso di animali.