La Chiesa diventa più ‘democratica’ e si apre agli altri, anche se non battezzati. Come reso noto dall’Istruzione “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa” pubblicato dalla Congregazione del Clero, vengono attuati importanti cambiamenti.
Questi però non sono “novità legislative” ma proposte per applicare meglio la legge vigente. Come si legge nel documento:
“Sollecitato da non pochi Vescovi, questo Dicastero ha avvertito la necessità di elaborare uno strumento per sostenere e accompagnare i diversi progetti di riforma delle comunità parrocchiali e le ristrutturazioni diocesane, già in atto o in via di programmazione. Non si tratta di “ingabbiarli” nella fredda schematicità di modelli precostituiti e identici per tutti, bensì di mantenerli all’interno dell’ampio alveo ecclesiale, per accompagnare un “andare insieme” – Pastori e Popolo di Dio – senza cercare di comprimerne il cuore e lo Spirito entro piani pensati solo a tavolino”.
In via eccezionale, i laici potranno celebrare alcune funzioni religiose come battesimi, matrimoni e funerali:
“Esiste poi una ulteriore modalità per il Vescovo – come illustra il can. 517, § 2 – di provvedere alla cura pastorale di una comunità anche qualora, per la scarsità di sacerdoti, non sia possibile nominare un parroco né un amministratore parrocchiale, che possa assumerla a tempo pieno. In tali circostanze pastoralmente problematiche, per sostenere la vita cristiana e far proseguire la missione evangelizzatrice della comunità, il Vescovo diocesano può affidare una partecipazione all’esercizio della cura pastorale di una parrocchia a un diacono, a un consacrato o un laico, o anche a un insieme di persone (ad esempio, un istituto religioso, una associazione). Coloro ai quali verrà in tal modo affidata la partecipazione nell’esercizio della cura pastorale della comunità, saranno coordinati e guidati da un presbitero con legittime facoltà, costituito “Moderatore della cura pastorale”, al quale esclusivamente competono la potestà e le funzioni del parroco, pur non avendone l’ufficio, con i conseguenti doveri e diritti. Giova ricordare che si tratta di una forma straordinaria di affidamento della cura pastorale, dovuta all’impossibilità di nominare un parroco o un amministratore parrocchiale, da non confondere con l’ordinaria cooperazione attiva e con l’assunzione di responsabilità da parte di tutti i fedeli”.
I laici però durante i matrimoni, non potranno tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia e sostituirsi totalmente ai parroci. Inoltre scompare il tariffario per le messe. La Messa e i sacramenti infatti non possono comportare:
“Un prezzo da pagare o una tassa da esigere, non si può dare l’impressione che la celebrazione dei sacramenti, soprattutto la Santissima Eucaristia, e le altre azioni ministeriali possano essere soggette a tariffari”.