Il Coronavirus, la più grande emergenza sanitaria mai vista, non poteva non cambiare le nostre menti. Ranieri Guerra, membro dell’esecutivo OMS, ha affermato che nel mondo si stima siano raddoppiati i casi di depressione.
Ranieri Guerra ha chiuso ieri il convegno “Covid-19: gli effetti della pandemia, dell’isolamento sociale e del lockdown sulla salute mentale degli italiani”, moderato dall’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin e organizzato dal Centro Studi Americani in partnership con Edra. Un incontro che ha permesso di fare luce sugli effetti meno evidenti, ma non per questo meno devastanti, dell’emergenza coronavirus.
Sulla questione della salute mentale, e in particolare della depressione, Ranieri Guerra sottolinea che “l’Oms ha un sito dedicato con indicatori, articoli, problematiche da tutto il mondo, che ci fa capire cosa è accaduto e a cosa dobbiamo essere preparati. Oggi si stima che i 264 milioni di persone affette da depressione nel mondo siano raddoppiati: siamo passati dal 6% del totale di persone con depressione, al 13%”.
“Questo perché siamo anche di fronte a un impatto senza precedenti nella storia recente sulla struttura economica e sociale globale, paragonabili forse solo al periodo del’immediato dopoguerra“, specifica Ranieri Guerra. E in un contesto del genere il ruolo degli organi di informazione è tutt’altro che secondario.
“Dobbiamo soffermarci anche sul serio disorientamento dell’opinione pubblica, che la comunicazione di questi mesi ha creato, seminando incertezze dovute talora a opinioni amplificate senza controlli e non basate sull’evidenza e su quanto la scienza e la ricerca sono riuscite a generare in brevissimo tempo, lasciando tuttavia ancora zone poco conosciute della dinamica di un virus completamente nuovo“.
“È inevitabile e giusto che il ritorno progressivo alla normalità, guidato dalla cautela, dalle evidenze scientifiche e dalla conoscenza accumulata nei momenti tragici della pandemia, debba considerare le aspettative delle persone e della società intera, che deve ricostruire il proprio tessuto connettivo e riprendersi la speranza e una visione del futuro che la pandemia e le sue conseguenze hanno reso incerto“, ha concluso Ranieri Guerra.