Il leader della Lega Matteo Salvini andrà a processo per il caso Open Arms. A deciderlo è stato il Senato con un voto ieri sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno.
A votare a favore del processo sono stati 91 dei 92 senatori del M5S (ad astenersi la pentastellata Drago), 35 senatori del Pd, 11 senatori di Iv (7 gli assenti ieri da Palazzo Madama). Contrari al processo tutti i 95 leghisti presenti, i 17 senatori di Fdi in Aula e i 54 di Forza Italia.
“Mi mandano a processo come sequestratore di persona per aver difeso i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani? Ci andrò a testa alta, amici. La dignità e la coerenza non hanno prezzo!“, ha detto Salvini.
Ieri nel tardo pomeriggio è arrivato lo sfogo del leghista sui social: “Il Senato ha votato per mandarmi a processo. Contro di me festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità. Sono orgoglioso di aver difeso l’Italia: lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso. Mi tengo stretto l’articolo 52 della Costituzione (“la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”) e ricordo le parole di Luigi Einaudi: ‘Quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra’. Non ho paura, non mi farò intimidire e non mi faranno tacere: ricordo che per tutti i parlamentari, presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori“.
Il caso “Open Arms”
L’ex ministro dell’interno è accusato di aver privato della libertà personale i migranti, tra cui diversi minori, per 19 giorni a bordo della nave Open Arms. Salvini avrebbe agito in autonomia, in contrasto con il presidente del consiglio Giuseppe Conte, abusando del suo potere e violando una serie di leggi internazionali.