Maria Pia Incutti – fondatrice del museo della plastica. La Incutti è imprenditrice, collezionista, fondatrice e presidente della Fondazione Plart di Napoli. Presidente della A.E.T. Holding, gruppo industriale di famiglia, negli anni passati è stata Presidente della Sezione Metalmeccanici di Napoli e membro della Giunta e del Consiglio Direttivo dell’Unione Industriali di Napoli.
E’ stata inserita dalla rivista Forbes tra le 100 donne di maggior successo (insieme ad altre napoletane) e sempre alla rivista Forbes racconta il suo progetto.
“Sono una visionaria che guarda al futuro. Visionaria, ma con una vocazione pragmatica: ai miei sogni ho sempre voluto dare una realizzazione concreta” racconta la Incutti che ha fondato un museo dedicato alla plastica, e quindi al design e all’arte latu sensu, creato all’interno di una visione di ampio respiro e internazionale.
“La Fondazione Plart nasce nel 2008 come frutto di una vocazione di collezionistica che avevo sin da quando bambina, raccoglievo oggetti. Da adulta, quando ho avuto le possibilità economiche, mi sono dedicata ad oggetti del Cinquecento e Seicento“.
Plart, Museo d’Arte e Design dei Materiali Plastici, si trova nel cuore di Napoli, nel quartiere Chiaia. Il museo si apre con un’opera di Tony Cragg, che altro non è che una tela sulla quale gli oggetti del quotidiano in plastica vengono a galla fino a restituire la forma dello stemma della corona inglese.
“L’apertura del museo – prosegue – è stata il frutto della necessità di dare un luogo ai numerosi oggetti che avevo raccolto e che giacevano in un magazzino”. La collezione Incutti – Paliotto conta più di duemila manufatti, tra i quali le donazioni di collezionisti. Ma l’impronta del museo è decisamente familiare e personale: “è alla mia famiglia, che oggi siede nel consiglio della Fondazione, che devo il sostegno che mi ha consentito di realizzare questo sogno per me importantissimo“.
Fra i numerosi oggetti, che sono il frutto di preziose collaborazioni con artisti, si trova il “Tavolo-Erba” di Franco Mello, le “Ballerine” di Riccardo Dalisi, i prototipi della Gufram prodotti fra i Sessanta e Settanta, alternati ad opere d’arte come quella di Haim Steinbach.
Gli oggetti di uso comune in esposizione raccontano la storia di un materiale che, a partire dalla nascita a metà Ottocento fino ai giorni nostri, è dotato di una natura tecnologica in costante evoluzione assieme alla società e ai suoi vari oggetti d’uso. La raccolta è stata riconosciuta un “Giacimento del Design” dalla Triennale di Milano.
“Quello che mi ha sempre appassionato è stata la collaborazione con gli artisti, con i quali si produce uno scambio di idee stimolante che costituisce il seme da cui germogliano numerosi progetti“. Uno degli ultimi vede la Incutti promotrice di un’installazione ideata da Marcello Cinque e Valentina Daga, che sarà inaugurata a settembre a Napoli.