Napoli, giovani affollano cliniche e laboratori: boom di richieste per test sierologici
Ago 25, 2020 - Veronica Ronza
A Napoli si assiste ad un boom di richieste per i test sierologici. Sono soprattutto i giovani, vacanzieri e non, ad affollare cliniche e laboratori per sottoporsi al prelievo. Alcuni di essi sono stati intervistati dal giornalista Gennaro Di Biase, de IlMattino.
I centralini delle strutture abilitate ad effettuare i test sono stati letteralmente presi d’assalto. Le richieste, del tutto azzerate fino a un mese fa, hanno subito un’accelerazione superiore al 100% in queste ultime ore. A confermarlo è Claudia Dello Iacovo, consigliere nazionale dell’Ordine dei Biologi.
Del resto, sono giorni di paura. Numerosi sono i casi di positività legati al rientro dalle vacanze così come preoccupante è il dato che vede nei giovani il maggior veicolo di contagio. Molti si sottopongono volontariamente al tampone, anche nei casi in cui quest’ultimo non preveda l’obbligatorietà.
“Sono in tanti a chiederci di effettuare il tampone. Purtroppo siamo costretti a rispondere che in Campania i centri privati accreditati con le Asl non sono ancora autorizzati a farlo. Paradossalmente possiamo eseguire il tamponi per persone o aziende non campani” – ha spiegato Dello Iacovo.
“I cittadini preferiscono il tampone. Il sierologico, infatti, non individua direttamente il Covid ma ne rileva gli anticorpi presenti nel sangue. Questi ultimi si formano soltanto dopo almeno cinque giorni dal contagio, per cui l’esito potrebbe essere negativo anche in caso di infezione. Di contro, anche il tampone ha i suoi limiti perché il virus può non essere localizzato nelle alte vie respiratorie” – ha continuato.
Soltanto nella giornata di ieri, sono stati effettuati ben cento prelievi. A sottoporsi al test, Alessandra Ferretti, studentessa residente a Madrid che, per ritornare in Spagna, sta incontrando non poche difficoltà: “Non mi faranno rientrare senza un test sierologico, divenuto obbligatorio. Il problema è che non posso richiederlo senza prescrizione medica ma io, in Italia, non ho un medico di base. Non so come fare.”
“Un po’ di organizzazione in più per chi è venuto in vacanza in Italia non mi sarebbe dispiaciuta. Sono arrivata qui otto giorni fa, quando il nuovo allarme non era ancora scoppiato. Risulta difficile star dietro a regole che cambiano continuamente” – ha continuato la ragazza.
Anche Martina Galdieri, 17enne, si è recata allo studio di Via Crispi per sottoporsi al prelievo, accompagnata dalla madre, Valeria Esposito. Quest’ultima, ha raccontato: “Il test ci è costato € 60,00. Mia figlia la settimana scorsa ha frequentato un pub di Pozzuoli dove un dipendente è risultato positivo. Non è vero che i giovani sono irresponsabili e Martina lo dimostra. Ha avuto paura e ha deciso di sottoporsi al test.”
Inoltre, ha sottolineato: “Trovo ingiusto che chi torna dall’estero abbia il tampone assicurato mentre noi, che non siamo in vacanza, avremmo dovuto aspettare l’esito del tampone dei dipendenti del pub. Sarebbe passato un mese.”