Orgoglio oplontino, l’assistente Oreste Muto in Serie A: “Arbitrare è una palestra di vita”
Set 03, 2020 - Andrea Favicchio
Oreste Muto, 36 anni di Torre Annunziata, è un assistente arbitrale ed è stato appena promosso in Serie A – dove ha già collezionato diverse presenze. Tra le gare, fino ad ora, più importanti in cui è stato designato spicca la finale playoff di ritorno di Serie B tra Spezia e Frosinone dello scorso 20 agosto – conclusasi con il passaggio dello Spezia nella massima serie.
Lo abbiamo intervistato – grazie anche alla collaborazione del Presidente della sezione AIA “F. Santucci” di Torre Annunziata Stefano Pagano – per congratularci con lui dei suoi traguardi e per sapere qualcosa sul mondo arbitrale, molto spesso sconosciuto.
Sono passate 2 settimane dalla finale, quali sono state le tue emozioni alla designazione e dopo la partita?
E’ doveroso da parte mia ringraziare gli organi tecnici, la mia commissione, che mi hanno dato la possibilità di essere parte di questa finale. Quando ho ricevuto la chiamata dell’arbitro è stata un’emozione bellissima (gli assistenti ricevono la chiamata da parte dell’arbitro designato). E’ stata una gioia che subito ho condiviso con la mia famiglia che mi è sempre stata accanto in questo percorso.
In campo ci siamo goduti la partita e al fischio finale, mentre ero ancora lì incredulo ad osservare lo Spezia festeggiare, siamo andati nel nostro spogliatoio a celebrare questo traguardo e una partita che è filata tutta liscia.
Tu hai assistito partite sia in Serie A che in B. Passare da una serie all’altra e poter utilizzare oppure no la Var, come cambia l’approccio?
Per noi assistenti cambia l’uso della Var in campo perché, dove c’è l’utilizzo della tecnologia, quando c’è un’azione importante noi dobbiamo aspettare, prendere una decisione memorizzandola e poi alla fine si alza la bandierina per un presunto fuorigioco o altre irregolarità. In Serie B bisogna essere bravi a prendere subito la decisione senza aspettare il proseguo dell’azione e segnalarla immediatamente, prima che ne possa scaturire un’azione da gol.
Il prossimo anno invece la Var in B sarà presente. Secondo te è un bene per il movimento e per la categoria arbitrale? Un supporto in più gradito?
Si io sono d’accordo, noi arbitri siamo esseri umani e possiamo sbagliare quindi se c’è un aiuto supplementare è sempre una cosa positiva.
Da maggio il calcio è cambiato, le partite si son giocate senza pubblico. Come le hai vissute tu personalmente?
Il pubblico è lo spettacolo principale del calcio, sono il termometro della partita e uno stimolo per noi arbitri. Con il pubblico la soglia dell’attenzione aumenta. Speriamo che gli stadi possano aprire al pubblico il prima possibile.
Un altro tuo concittadino, Marco Guida, è stato designato per una partita importante come la finale di Champions League. Lo hai sentito? Come è stato per lui?
Sì, con Marco ci sentiamo quotidianamente, ci alleniamo anche insieme. Quando ho saputo della sua designazione mi sono subito congratulato con lui, perché è un orgoglio per noi sezione e per noi cittadini di Torre Annunziata. Per tutti noi è fonte di ispirazione.
I vostri traguardi, il tuo, quello di Marco Guida, ma anche quello di Ciro Immobile, cosa significano per Torre Annunziata?
E’ bello poter portare il nome di Torre Annunziata in giro per l’Italia e per il Mondo (grazie a Marco). La nostra è una città con delle realtà molto complicate con aspetti positivi e negativi. Ci sono tante eccellenze, anche non nel mondo dello sport, che danno un contributo enorme alla nostra città. La nostra sezione è senza dubbio una palestra di vita perché dà la possibilità a tanti giovani uno svago, un’alternativa a quello che può offrire la città.
E’ un luogo di incontro, di aggregazione, dove si ha la possibilità di stare a contatto con coetanei ma anche persone più mature ed esperte. E’ una realtà importante, di evasione, un ambiente pulito dove poter crescere in serenità lontano dagli sbagli – conclude Oreste Muto.
Noi redazione di Vesuvio Live facciamo un in bocca al lupo ad Oreste Muto, sperando possa calcare i palcoscenici calcistici più importanti e continuare a portare in alto il suo orgoglio oplontino.