È cominciata la sperimentazione sugli esseri umani del vaccino italiano contro il coronavirus. Le prime tre dosi vaccinali del Grad-Cov2 sono state iniettate mercoledì scorso all’ospedale Spallanzani di Roma, mentre ieri è stato inoculato su altri sei volontari all’ospedale Borgo Roma di Verona, in Veneto. Si tratta di sei veronesi: il più giovane è uno studente di 18 anni, il meno giovane un medico di 54 anni.
L’avvio della sperimentazione era stato annunciato lo scorso 31 agosto in una conferenza stampa tenuta a palazzo Giuliari dal magnifico rettore dell’università di Verona, Pier Francesco Nocini, il quale aveva anticipato che le operazioni sarebbero state effettuate presso il Centro Ricerche Cliniche dell’ospedale di Borgo Roma, diretto dal Dott. Stefano Milleri. La sperimentazione è finanziata per il 51% dalla Regione Veneto e il 49% dall’Ateneo.
Si dovrà comunque aspettare ancora un po’ di tempo per ottenere un eventuale via libera, poiché i volontari, oltre ad aver prodotto degli anticorpi, non devono avvertire effetti collaterali rilevanti nei prossimi sei mesi. L’approvazione dovrebbe giungere perciò in primavera.
Il vaccino Grad-Cov2, prodotto dalla società ReiThera di Roma, aveva superato i test preclinici in vitro e sugli animali evidenziando una forte risposta immunitaria. Buono anche il profilo della sicurezza. La speranza è che questi risultati si ripetano anche nei confronti dei volontari umani, in modo da poter pensare a una sua diffusione su larga scala.